Reminiscence, la recensione

C’è poco da fare: Reminiscence, l’esordio al lungometraggio di Lisa Joy – co-creatrice della serie Westworld insieme al marito Jonathan Nolan – vuole proprio essere un film nolaniano. Questa ambizione si vede in come cerca di mescolare il tema centrale della memoria con il genere sci-fi e il ritmo del thriller, in come prova a proporre sequenze d’azione atipiche, in come costruisce i dialoghi con battute che suonano come aforismi. Ecco, questo è l’obiettivo, ma il risultato è decisamente lontano dall’originale.

Reminiscence è infatti un film che punta subito in alto, allo status di film a grosso budget ma dal cuore d’oro (un immaginario più autoriale, dal mood filosofico/dark del “romanticamente tormentato”), e nella cornice di una Miami post-apocalittica racconta la storia d’amore tra l’investigatore privato Nick (un Hugh Jackman monocorde e svogliato) e la cantante Mae (Rebecca Ferguson, altrettanto bidimensionale). I sogni rubati di Incepti...