La recensione di Romantiche, il film di e con Pilar Fogliati, in sala dal 23 febbraio

C’erano tutti i presupposti per aspettarsi poco da Romantiche. Pilar Fogliati esordisce contemporaneamente come protagonista unica di un film, come sceneggiatrice (insieme a Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta) e come regista, tutto insieme, come i comici degli anni ‘70 (Verdone, Benigni, Troisi…), e con un film ad episodi, formula che di suo si presta ad alti e bassi e ha spesso scarsa unità. Eppure bisognerebbe non avere gli occhi per non notare come, anche a fronte di una sconfortante ignavia produttiva che spinge verso il banale in ogni scena proponendo le solite luci, le medesime comparse fuori luogo, i consueti scenari e tutto un armamentario di produzione fotocopiato in serie da anni e anni (uno che Pilar Fogliati non ha né la forza né l’esperienza registica per scardinare, sempre che l’avesse voluto!), Romantiche ha molto più senso di tutte le commedie che vediamo solitamente. Questa volta sce...