La recensione di Romeo è Giulietta, uno dei film più compatti di Giovanni Veronesi, dirottato come spesso avviene da Sergio Castellitto, è flagellato da mille piccoli problemi

C’è un terrore che pervade registi e quindi poi scenografi italiani quando lavorano nelle commedie: quello degli interni poveri. È la paura che ricostruire o anche solo riprendere un appartamento arredato con pochi soldi, mal posizionato, con poca luce che entra e pessimo mobilio, peggiori il film o sia indice di un cattivo lavoro. Accade così che in qualsiasi commedia italiana in cui i protagonisti si collocano al di sotto della borghesia o sono anche solo dei ragazzi con pochi soldi, quello che dicono non corrisponda a quello che vediamo. Spiegano di aver bisogno di lavorare, di far fatica ad arrivare a fine mese, e lo fanno da loft bohemien pieni di luce e arredati con gusto. Non si dà commedia italiana ambientata in un appartamento che sia orrido. 

Accade invariabilmente anche in Romeo è Giulietta<...