Semplicemente Nero, la recensione

Quanto è difficile fare satira politica, ma il coraggio non sembra mancare a Jean-Pascal Zadi, che in Semplicemente Nero non solo ci mette la scrittura (assieme a Kamel Guemra) e la co-regia con John Wax, ma soprattutto ci mette la faccia “alla seconda”, rendendosi protagonista di un finto documentario in chiave comica in cui interpreta se stesso e dove si dipinge come un attore fallito, incompetente e piuttosto ignorante che vuole organizzare una marcia di protesta per i diritti dei neri in Francia. JP (così lo chiamano) è però un ignorante e un incapace e, nonostante le buone intenzioni, viene allontanato da tutti e accusato di perpetuare lo stereotipo razzista per il modo in cui pensa la marcia (solo per “veri uomini neri”, che nemmeno lui ha davvero idea di chi siano). Solo il comedian di successo Fary (Fary Lopes B), accusato delle stesse cose, si propone di aiutarlo con l’obiettivo di avere visibilità, mostrando però di essere realmente un ...