La nostra recensione di Tótem – Il mio sole, al cinema dal 7 marzo

Che film è, Tótem – Il mio sole, lo si capisce dalle primissime battute. Il formato 4: 3, la macchina da presa stretta sui personaggi, il primo piano della protagonista, la piccola Sol (Naíma Sentíes). Una bambina che insieme alla mamma si reca alla grande casa del nonno, per aiutare le zie e i cugini a organizzare la festa di compleanno per il papà, un giovane pittore malato. Mentre lei non attende altro che vedere il suo genitore, costretto alla reclusione, i preparativi portano i tanti parenti presenti a confrontarsi e a scontrarsi.

La regista Lila Avilés, al secondo lungometraggio, iscrive la storia in un contesto socio-culturale preciso (il Messico che mescola modernità tecnologia e riti ancestrali), che viene però lasciato sullo sfondo, da far emergere con pochi ma incisivi dettagli. L’attenzione è sui personaggi e le loro relazioni, l’obiettivo consiste in un’immersione immediata ne...