La recensione di Trolls 3 – Tutti insieme, in uscita nelle sale il 9 novembre

Il vero spirito di Trolls, quello impostato nel primo film e che poi sembrava perso nel secondo, torna qui: il pasticcio kitsch ben organizzato. Lasciando perdere l’idea di percorrere i generi musicali e di fare una specie di educazione musicale, Trolls 3 torna a raccontare una storia molto lineare e semplice per mostrare in realtà una rete di rapporti e di personaggi non allineati e dalle fattezze respingenti. È la versione per bambini dell’estetica camp. Lo sforzo è di quelli ammirevoli: trovare una propria dimensione visiva che traduca per un pubblico mainstream quello che è nato nel mondo underground. Non solo la cultura queer ma anche quella del cattivo gusto di John Waters che qui deve diventare gusto, l’esaltazione del diverso e non allineato, del respingente accanto al bello.

Stavolta la storia è di fratellanza e dopo aver proposto modelli romantici diversi nel primo film ora propone modelli fa...