La recensione di Un altro ferragosto di Paolo Virzì, in uscita in sala il 7 marzo

Questa volta parlare del paese, delle sue divisioni, dei suoi cambiamenti e delle idee vecchie e nuove che lo attraversano mediante le passioni e paturnie di un gruppo di personaggi è più un’impellenza che una missione. Un altro ferragosto è obbligato dall’essere il sequel di Ferie d’agosto, film del 1996 che raccontava la contrapposizione antropologica di due famiglie sovrapponendola alle nuove contrapposizioni politiche con cui l’Italia era uscita dalla prima repubblica. Stavolta la sensazione è che i molti personaggi (in linea di massima gli stessi interpretati dagli stessi attori) e la maniera in cui la vita fiacchi qualsiasi passione e qualsiasi cosa buona possa esistere nelle vite di ognuno, siano l’obiettivo del racconto e che la rappresentazione dei movimenti e le idee di questo momento storico siano lo sfondo. Lo capiamo quando l’amore tenero di due personaggi è affiancato alle polemiche sempre ...