Quattro ragazzi corrono nella notte, lungo una strada di un quartiere popolare. Potrebbe sembrare una rincorsa giocosa, una gara tra teenager, e invece è l’inseguimento – breve – a seguito di uno scippo. Così si apre Madame Courage di Merzak Allouache, presentato al Festival di Venezia e in corsa per la vittoria nella sezione Orizzonti.

In un’Algeria che potrebbe essere Italia, Spagna o Stati Uniti, il giovanissimo Omar vive allo sbando, tra una sorella costretta a prostituirsi, una madre che passa le sue giornate incollata ai predicatori televisivi – inquietante corrispondente islamico della Ellen Burstyn di Requiem for a Dream – e piccoli furti per potersi pagare una fetta di distrazione attraverso Madre Courage, droga sua unico conforto in uno squallore senza patria, sotto un sole impietoso che brucia e distrugge.

In questa esistenza costellata di scippi che scandiscono la giornata come preghiere di un monaco, Omar ha un incontro fulminante: strap...