Austin Powers – Il controspione va in onda su Rai Movie questa sera alle 21:10

«Siamo stati costretti a distruggere il mito perché Mike Myers ci ha fregati – sono un grande fan di Mike, non fraintendermi – ma ci ha proprio fottuti; ci ha impedito di rifare certe gag». Parole e musica (solo parole, in realtà, a meno che durante l’intervista non stesse cantando) di Daniel Craig, il primo James Bond ad avere assunto il ruolo dopo l’uscita di Austin Powers – Il controspione. Era il 1997 e al tempo 007 era Pierce Brosnan, che nei cinque anni successivi interpreterà James Bond ancora due volte (Il mondo non basta e La morte può attendere); dopodiché quattro anni di pausa, e l’arrivo appunto di Craig. Che si trovò, a differenza di tutti i suoi predecessori, a confrontarsi con una terribile verità: Austin Powers aveva cambiato il mondo per sempre.

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È un po’ l’effetto che fece Scary Movie dopo l’uscita di Scream: il primo prendeva il secondo, e in particolare i suoi lati comici o comunque divertenti, e lo deformava spingendolo agli estremi del parossismo, arrivando così a depotenziarlo; è difficile prendere del tutto sul serio un film dopo che ci si rende conto che la sua parodia non è poi così diversa dall’originale. Allo stesso modo, la saga di Bond ha sempre avuto dei lati umoristici o quantomeno abbastanza assurdi da prestarsi alla parodia, a partire dal fatto che 007 ha un tale successo con le donne che fa venire il sospetto che da piccolo sia stato punto da un dongiovanni radioattivo, per proseguire con l’incredibile fortuna che lo caratterizza, quella di trovarsi sempre delle nemesi che preferiscono un piano complicato e con alta probabilità di fallire a uno più semplice ed efficace.

 

Vanessa

 

Austin Powers – Il controspione (e quindi ovviamente Mike Myers che ha inventato il personaggio e scritto il film) questa cosa la sa benissimo. È una parodia che gioca con l’immaginario bondiano dimostrando di conoscerlo a fondo, e di sapere quindi dove andare a colpire. L’ammissione di Craig è significativa: di fronte a una satira così efficace, l’unica soluzione per ripartire è puntare sulla serietà e sulla sobrietà, distaccandosi il più possibile da certi toni ormai irrimediabilmente rovinati da Myers, come dimostrano i cinque Bond a cui ha partecipato l’attore inglese. Esiste un’investitura più solenne, per una parodia di 007, del sentirsi dire “per colpa tua abbiamo dovuto ripensare tutto da capo” dallo stesso 007?

(considerazione collaterale: ci si potrebbe qui domandare quale sia stato l’Austin Powers di Batman, visto il tono dei film di Nolan confrontato con i due capitoli immediatamente precedenti, ma forse la risposta è proprio “i due capitoli immediatamente precedenti”)

Aiuta molto il fatto che il film sia ancora oggi dannatamente divertente. Lo sappiamo, è una misura soggettiva e c’è sempre la possibilità che decidiate di riguardarlo e scopriate che non vi ha fatto sorridere neanche una volta, figuratevi ridere. Magari siete abituati a un diverso tipo di comicità, e le costanti faccette di Mike Myers, e le sue continue allusioni sessuali, non vi fanno alcun effetto. Magari avete superato i 12 anni di età mentale e la presenza di un personaggio che si chiama Alotta Fagina non vi fa ridere.

 

Alotta Fagina

 

È possibile, lo accettiamo, ma vi chiediamo in cambio di accettare il fatto che avete torto: Alotta Fagina fa un sacco ridere, come fa ridere l’esistenza di un personaggio chiamato Basil Exposition il cui unico scopo è fornire gli spiegoni al momento giusto. Fa ridere l’assassino di nome Random Task la cui mossa speciale è, coerentemente, lanciare una scarpa – fa meno ridere la biografia dell’ex attore, oggi criminale, che lo interpretava, Joe Son, ma questo nel 1997 non potevamo saperlo. Non fa particolarmente ridere neanche Will Ferrell in blackface, ma anche per questo vi rimandiamo al discorso sul 1997. Fa ridere vedere Elizabeth Hurley che si diverte come una matta e fa spesso fatica a trattenere le risate vere – un rischio a cui si va incontro di fronte a un film che, secondo lo stesso Myers, è improvvisato al 30-40%.

Più di tutto fa ridere il Dr. Evil (e il fatto che abbia un figlio che si chiama Scott Evil, che siccome è un adolescente degli anni Novanta gira in camicia di flanella e maglia di Kurt Cobain e ogni volta che entra in scena è accompagnato da un riffone malinconico che puzza di Seattle), il suo gatto sfinge, il fatto che il suo braccio destro si chiami Number Two, cioè l’espressione gergale-infantile con cui si indica la cacca (v. sopra re: “12 anni di età mentale”). Fa ridere questa scena nello stesso modo in cui fa ridere una scena come questa.

 

Evil

 

Dopodiché è chiaro che se siete in cerca di comicità intelligente e raffinata, in Austin Powers – Il controspione ne troverete relativamente poca, e quasi tutta concentrata nelle citazioni più o meno dirette del canone di 007. È un film cretino, con un protagonista cretino, un villain ancora più cretino e in generale un intero mondo che sembra popolato esclusivamente da cretini, tra i quali Austin è il migliore solo perché è il meno cretino di tutti. Ed è una cosa bellissima, una power fantasy al contrario, nonché un messaggio dalle connotazioni quasi politiche che sembra arrivare agli anni Novanta direttamente da trent’anni prima: basta con tutta questa serietà, torniamo a ballare, drogarci e scopare con chi ci va sullo sfondo di spirali colorate, e il mondo ritornerà magicamente un posto migliore.

Magari nel 1997 non ancora, ma oggi nel 2022 siamo disposti a crederci, eccome.

 

Austin Powers Liz

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