Rubrica a cura di ColinMckenzie

"Cina: Proibito Avatar, troppi echi politici", titola Il Secolo XIX. "La Cina proibisce il film Avatar", per il Tgcom. "La Cina censura Avatar, Meglio Confucio", per il Corriere della Sera. Insomma, nessun dubbio, la solita Cina limita la libertà di espressione. Ma è proprio così?

C'è da dubitarne, almeno a studiare un po' meglio la vicenda. Prendiamo l'articolo del Los Angeles Times, che spiega bene le ragioni più probabili. Intanto, va ricordato che stiamo parlando di un Paese che accetta soltanto 20 pellicole straniere nei suoi cinema (che peraltro sono solo 4.000 in tutta la nazione, pochissimi considerata la popolazione), tanto che Avatar ha dovuto attendere gennaio perché il programma del 2009 era già completo. Insomma, già di base, non proprio la rappresentazione del libero mercato indicato da Adam Smith.

E siamo in un periodo consacrato ai film cin...