È passata poco più di una settimana dall’uscita di Avatar: Frontiers of Pandora. Poco più di una settimana da quando il film con l’incasso più alto mai visto al box office è stato tradotto in salsa videoludica dalle sapienti mani di una delle più importanti aziende di questo settore: Ubisoft. A dire il vero, non è la prima volta che l’immaginario di James Cameron si trasforma in un videogioco. Dopotutto Avatar: The Game, sviluppato sempre da Ubisoft nell’ormai lontano 2009, era un titolo più che soddisfacente e che riscosse un discreto successo. Nonostante fosse una sorta di prequel del primo film, venne però deciso successivamente di non rendere canonici gli avvenimenti del gioco. Una scelta infelice, vista la partecipazione straordinaria di Segourney Weaver, Stephen Lang, Michelle Rodriguez e di Giovanni Ribisi.

Avatar: Frontiers of Pandora è invece un’opera perfettamente collocata all’interno dell’universo di Cameron. Un titolo che non trascura le avventure di Jake Sully e che, anzi, le sfrutta proprio come motore per dare il via a un racconto collocato tra il primo e il secondo film. Per la precisione: un anno prima della storia vista in Avatar – La via dell’acqua.

Ma quali sono i collegamenti con i film distribuiti dai 20th Century Studios? Il gioco ne è pieno, oppure si tratta per lo più di reference visive? In occasione dell’uscita di Frontiers of Pandora, abbiamo deciso di scrivere questo speciale per rispondere a tutte queste domande. In attesa della nostra recensione, in arrivo la prossima settimana, fateci sapere che cosa ne pensate di questa nuova fatica targata Ubisoft. Siete curiosi di giocarla, oppure quanto visto non vi ha incuriositi? Scriveteci la vostra opinione in un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i canali social di BadTaste (TikTok compreso).

Avatar: Frontiers of Pandora

Una storia sospesa tra i due film

La trama di Avatar: Frontiers of Pandora ha inizio nell’anno 2146, otto anni prima dell’arrivo di Jake Sully su Pandora. L’RDA ha approvato l’esistenza del programma TAP (The Ambassador Program) per insegnare a cinque bambini Na’vi la cultura della Terra e utilizzarli come ponte tra le due civiltà. Un’idea interessante, almeno sulla carta. Come spesso accade quanto tutto sembra andare bene, la vita dei cinque ragazzi cambia drasticamente in seguito a un drammatico evento. Un evento che ci porta al 2154, quando l’RDA viene sconfitta da Sully. Deciso a non lasciare tracce, l’uomo a capo del TAP decide quindi di far uccidere i ragazzi. Una scelta che non viene accettata dalla dottoressa Alma Cortez, ormai affezionata ai Na’vi come se fossero figli suoi.

Questo è l’incipit di un racconto che, come potete notare, si basa proprio sul primo film diretto da James Cameron. Nonostante Jake non venga mai mostrato all’interno del titolo, la sua presenza è uno spettro costante. Uno spettro che rimane presente anche quando il gioco fa un ulteriore balzo temporale, avvicinandoci a La via dell’acqua. Peccato, però, che l’intera avventura sia poi ambientata in una regione di Pandora mai vista all’interno dei film. Scelta che ha concesso agli sviluppatori maggiore libertà, ma che ha impedito loro di utilizzare i personaggi noti ai fan delle due pellicole. Non sperate, quindi, di trovare ulteriori elementi narrativi in comune con il materiale originale, perché Ubisoft ha deciso di espandere il world building verso una direzione differente da quanto visto al cinema.

Avatar: Frontiers of Pandora

Un mondo condiviso

Il pregio più grande di Avatar: Frontiers of Pandora è però il pianeta stesso dei Na’vi. Esplorare Pandora è un vero piacere per gli occhi e per l’anima. Siamo di fronte, infatti, all’ennesima prova che dimostra quanto Avatar sia stato l’unico film degli ultimi vent’anni a mettere in piedi un immaginario tanto solido senza bisogno di alcun materiale di partenza alle spalle. Nessun fumetto dal quale pescare storie, nessun videogioco da sfruttare per il design o nessun romanzo dal quale prendere ispirazione. Avatar nasce come film e solamente in seconda battuta raggiunge gli altri media. Vedere trasposto con tanta cura il mondo di Pandora è quindi un’esperienza sensazionale, che ci ha scaldato il cuore sin dai primi minuti di gioco.

Durante la nostra avventura ci siamo inoltre imbattuti in numerose piante e creature viste di sfuggita nei due film. Vi basti pensare che nel gioco si può cavalcare un Ikran, il drago volante della celebre scena dell’iniziazione di Jake vista nella prima pellicola. Camminando nei boschi ci è poi capitato di passare di fianco alle divertenti Kenten, lucertole brillanti dalla membrana circolare sulla schiena, che usano per volare in giro per Pandora. Queste e molti altri animali popolano la Frontiera Occidentale, incentivandoci a scoprire ogni singolo dettaglio riguardante la loro vita. Come in molti giochi targati Ubisoft, incontrare nuovi elementi comporta una scheda da leggere in un’apposita sezione del menù. Sezione che, nel caso di Avatar: Frontiers of Pandora, diventa una piccola bibbia del mondo di Cameron e che soddisfa quindi ogni nostra curiosità.

Avatar: Frontiers of Pandora

Possibili collegamenti in arrivo nel 2024?

Nonostante la maggior parte dei riferimenti ai film siano per lo più visivi, il 2024 potrebbe portare una ventata di novità. Sono previsti, infatti, due contenuti aggiuntivi di Avatar: Frontiers of Pandora. Il primo, dal titolo “Il dominatore del cielo”, potrebbe essere ambientato proprio durante gli eventi de La via dell’acqua, con l’assalto aggressivo degli esseri umani, alla disperata ricerca di Jake Sully. “Segreti delle cuspidi”, invece, dovrebbe essere invece ambientato dopo il finale della seconda pellicola, ma al momento i dev non hanno rilasciato ancora particolari informazioni a riguardo. I due DLC sono previsti, rispettivamente, per l’estate e l’inverno del prossimo anno. 

La speranza di vedere nuovi collegamenti, quindi, è ancora tangibile. Dopotutto si tratterebbe di una mossa furba anche a livello di marketing, permettendo così al gioco di fare da ponte tra la seconda e la terza pellicola. Terza pellicola che, salvo colpi di scena, vi ricordiamo che dovrebbe essere prevista per dicembre del 2025.

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