Bad Boys II è su Prime Video

Nel 1995, Michael Bay, videoclipparo e autore di spot televisivi, esordì alla regia con un film voluto da Jerry Bruckheimer, Bad Boys. Ora, se conoscete un po’ Jerry Bruckheimer saprete che “voluto da” significa “da eseguire esattamente secondo i dettami di”. Se però conoscete un po’ Michael Bay saprete che ha una personalità che possiamo definire ingombrante, che negli anni gli ha regalato parecchi problemi ma anche una serie di film riconoscibili come pochissimi nel panorama action contemporaneo – nel bene o nel male decidetelo voi, pochi autori sono divisivi come Michael Bay, resta innegabile il fatto che per capire se un film è suo bastano pochi secondi di girato, e non è poco. Il risultato di questo scontro di personalità, durante il quale il regista esordiente si ritrovò a odiare la sceneggiatura e decise di cambiarla in barba alle indicazioni dell’esperto despota produttivo, fu un film che lanciò Michael Bay nell’olimpo di Hollywood e rivitalizzò in qualche modo il buddy cop movie, risultando anche il primo film veramente mainstream appartenente a questo sottogenere con due protagonisti neri (invece della “solita” coppia bianco/nero). Otto anni dopo quel film, e senza alcun apparente motivo, Michael Bay girò Bad Boys II. Purtroppo il mondo non era pronto.

Bad Boys II venne demolito, distrutto, fatto a pezzi dalla critica di tutto il mondo. Ci fu chi scrisse “non è solo un brutto film, è una catastrofica violazione di ogni aspetto del cinema che mi è caro in quanto critico”. Ci si chiese che senso avesse far uscire il sequel di un film di otto anni prima quando nel frattempo il suo autore si era spostato su altre storie, prima infilando un po’ di dramma in mezzo alle esplosioni (Armageddon), poi virando deciso sul melodramma in costume (Pearl Harbor). Si disse che Michael Bay aveva perso la testa, che stava buttando la sua carriera tornando indietro invece di andare avanti. Se chiedete a noi, l’unica spiegazione possibile dell’esistenza di Bad Boys II è proprio che Michael Bay non aveva voglia di andare avanti, non in quella direzione almeno.

Bad Boys II boom

Pearl Harbor venne criticato per la sua pacchianeria e faciloneria, venne descritto come un dramma con le lacrime telecomandate e deriso in particolar modo per l’uso dei tramonti. Ma venne anche accolto come un interessante cambio di direzione, e lodato per il modo in cui Bay era riuscito a trasporre il suo stile visivo e adattarlo a un genere completamente diverso da Bad Boys e The Rock. E ovviamente venne criticato perché troppo lungo e dispersivo (durava più di tre ore).

Bad Boys II fa un grande uso di tramonti e in generale di luci a effetto, ed è ancora oggi senza alcun dubbio il più pacchiano ed eccessivo dei film di Bay pre-Transformers. È una commedia action nella quale la parte comedy è da mani nei capelli più spesso che no, e le parti che si salvano sono quelle improvvisate da Will Smith e Martin Lawrence. Ha tutti i difetti dell’originale, amplificati all’infinito. Ha anche molti dei difetti di Armageddon e Pearl Harbor: uno su tutti, dura due ore e mezza, il che lo rende il buddy cop più lungo della storia (accettiamo correzioni se ci è sfuggito qualcosa). Sembra assemblato da un Michael Bay che si è appiccicato davanti alla scrivania tutte le recensioni negative dei suoi film precedenti e ha deciso di usarle come base per costruire il film.

Syd

Bad Boys II è un film incredibile, ed è probabilmente il primo film che consiglieremmo a una persona che ci dicesse “voglio saperne di più sul Bayhem, da dove parto?”. Perché di fatto il Bayhem, lo stile di regia e montaggio di Michael Bay che prevede che ogni singola inquadratura debba contenere tutte le cose possibili e che non debba durare più di qualche frazione di secondo, quel modo cubista di girare i film che Bay ha imparato dal suo maestro Tony Scott, ma sporcandolo e riuscendo a farlo suo, nasce con Bad Boys, trova la sua espressione più famosa nella saga dei Transformers e arriva a livelli parossistici con il recente 6 Underground. Ma Bad Boys II è un manifesto, un film nel quale quello stile raggiunge la perfezione.

Ed è proprio per questo che può diventare respingente. Bad Boys e The Rock, per non parlare dei due successivi, erano estremi ma ancora potabili per chi non apprezzava il Bayhem. Con Bad Boys II Bay ci chiede invece molto chiaramente da che parte stiamo: da quella per cui anche la scena di un cane che distrugge per sbaglio una piscina gonfiabile è girata come se fosse la scena madre di qualsiasi altro action, o da quella sbagliata? È un’ordalia infinita, che ci costringe a subirci il genere di umorismo che fa ridere solo Michael Bay (poi magari fa ridere anche voi, ci mancherebbe, massimo rispetto) e in cambio ci regala autotreni che sparano macchine e più esplosioni che in un documentario su Vjačeslav Michajlovič Molotov.

Il dettaglio più incredibile di Bad Boys II è il fatto che è talmente strapieno di sé che è in realtà due film in uno; che quando arriva la scena che altrove chiuderebbe la storia e ci porterebbe al pacifico epilogo tipico dei buddy cop scopriamo invece che manca ancora almeno mezz’ora di film, e abbastanza roba da imbastirci un sequel. È un film largamente non necessario: in mano a una produzione più severa ed esigente sarebbe stato sforbiciato e tenuto sotto le due ore, e non si può escludere che ne sarebbe venuto fuori un’opera migliore, o quantomeno più precisa e presentabile.

Ma per una lunga serie di motivi, il Michael Bay del 2003 aveva già abbastanza influenza da potersi permettere di dire no a qualsiasi taglio o scorciamento (attenzione, non stiamo dicendo che fossero davvero previsti: si sa sorprendentemente poco sulla lavorazione di questo film). E da non venire preso per matto quando proponeva di girare certe sequenze, e come girarle: odiate il suo stile di montaggio quanto volete, ma non potete negare che Bay abbia un controllo sovrumano degli spazi e un’attitudine a sperimentare e a mantenere tutto il più possibile sul piano puramente fisico che è sempre più rara nel cinema di genere odierno.

Boom

La nostra recensione d’epoca preferita di Bad Boys II viene da un giornale locale di Seattle, e dice “è un film molto divertente, se vi piace il genere”, che è poi la formula magica della critica per svicolare da un vero giudizio. Eppure in qualche modo questa banalità è profetica, anche se andrebbe riformulata così: “è un film molto divertente, se vi piace Michael Bay”. Pochissimi film della carriera di Michael Bay sono così michaelbay quanto lo è Bad Boys II, al quale lui stesso continua a tornare a intervalli regolari (cominciando dall’autocitazione infilata a metà del suo film successivo, The Island). Per cui il nostro consiglio è semplice: vi piace Michael Bay? Questa sera guardate o riguardate Bad Boys II. Non vi piace Michael Bay? Girate alla larga, forse più che da ogni altro suo film.

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