Nonostante si racconti spesso la storia dei Marvel Studios come una marcia tutto sommato facile, successo dopo successo nel pieno appoggio popolare, non è mai stato così. L’MCU ha fatto fatica a prendere forma, rischiando di venire chiuso ancora prima di Avengers. La qualità della fase 1, che oggi suscita molta nostalgia, era quella di adattamenti ancora molto di passaggio da un’era a un’altra verso una maturità ancora lontana. Iron Man riuscì a conquistare l’unanime consenso di pubblico e critica. Il film successivo, L’incredibile Hulk, proprio no. Subito la Marvel cambiò anche il cast principale e dovette correggere il tiro sul personaggio. Tanto che molti oggi considerano il film come borderline rispetto all’universo intersecato. Solo i recenti ritorni di Emil Blonsky hanno aiutato la Marvel ad affermare che sì, anche il film di Louis Leterrier è canone!

È proprio il regista, che tornerà presto sugli schermi grazie a Fast & Furious 10, a sostenere come il suo film sia stato l’inizio del Marvel Cinematic Universe. È grazie al cameo di Tony Stark dentro L’Incredibile Hulk che le interconnessioni tra film si sono palesate al pubblico. Questo, per lui, è il vero momento cruciale, quello che è stato l’effettivo lancio dell’MCU al pubblico.

È incredibile. Sono stato presente all’inizio del cammino della Marvel. Un periodo decisamente speciale. Abbiamo creato questo studio, il Marvel Cinematic Universe è nato proprio da L’incredibile Hulk. Tony Stark compare nel film e dice “Stiamo mettendo insieme una squadra”. E di quale si trattava? Ovviamente degli Avengers. Era l’inizio e nessuno credeva che… tutti noi ci speravamo, Kevin ed io, da fan, speravamo che si sarebbe arrivati a quel punto. È un po’ la stessa cosa di Fast X. Se fai dei film, se porti qualcosa da fan ad altri fan, se rispetti il tuo pubblico perché anche tu fai parte di questo pubblico, farai una lunga strada.

Ma è veramente L’incredibile Hulk ad avere lanciato l’MCU? Certamente non si può fare continuità avendo un solo film e non si può creare un universo condiviso solo con un franchise. Quindi sì, il pensiero di Leterrier è corretto. Certamente non è stato uno dei più grandi inizi però, un passo falso nella giusta direzione. Come tono il film potrebbe appartenere benissimo alla fase 4, dove hanno sperimentato nuove atmosfere. La prima fase invece è stata quella in cui più si è consolidato lo stile Marvel, e L’incredibile Hulk è il più distante dal perfetto equilibrio tra dramma, azione e umorismo. È un film che si prende molto sul serio, e che spinge sull’azione distruttiva in una maniera che non è più stata fatta.

Le parole di Leterrier evidenziano però un altro dato ben più interessante da quello puramente filologico. Ovvero il rapporto stretto che hanno avuto lui e Kevin Feige nell’immaginare l’intero progetto. Con loro, anche Jon Favreau, il cui contributo è da stato sempre invece molto più in vista. Un ristretto team di persone, tutte sulla stessa linea d’onda, tutte ben informate del progetto sul lungo periodo.

L' incredibile Hulk Smash

C’è anche da dire che, camei a parte, fino ad Avengers l’unico collegamento veramente significativo tra i film è stato Nick Fury e lo SHIELD. Quando appariva il celebre logo dell’agenzia di spionaggio, ci si sentiva all’interno di una storia seriale pur con legami molto labili. Eravamo nello stesso mondo, ma le conseguenze di questa scelta si sono sentite solo con il primo crossover. L’obiettivo era infatti di impostare bene le storie di ciascuno degli Avenger fondatori, farli camminare con le loro gambe, per poi unirli nel kolossal di Joss Whedon che si è giovato di tutti i tasselli piazzati dagli altri registi.

L’Incredibile Hulk ha fatto intuire quello che poteva essere l’universo cinematografico dei Marvel Studios. Iron Man l’ha iniziato. Avengers ha fatto capire a tutti la portata produttiva e narrativa di quello che appariva come un miraggio o un gioco divertente. Pochissimi hanno visto al cinema la scena dopo i titoli di coda di Iron Man. Con L’incredibile Hulk l’incontro tra Tony Stark e il generale Ross avviene prima dei crediti finali (un ulteriore motivo per collocare il film leggermente fuori dalla tradizione MCU), probabilmente per assicurasi che tutti la vedessero. Tempo di arrivare ad Avengers, pochissimi uscivano di sala prima della fine. 

Il paradosso dei Marvel Studios è di avere iniziato rilanciando un personaggio già trasposto al cinema da Ang Lee (Hulk del 2003) salvo poi non riuscire a costruire una trilogia dedicata solamente a Bruce Banner. Il Gigante di Giada ha funzionato molto di più in squadra che da solo, le sue trasposizioni restano debolissime. Si è poi trasformato profondamente. Da bestia selvaggia è diventato intelligente e spiritoso. Da tempo si rumoreggia una possibile trasposizione della celebre run World War Hulk e di una sua presenza in qualche forma nel futuro Captain America: New World Order.

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