Al cinema Gigi Proietti ci arriva a 14 anni e in modo sempre più professionale e continuo ci rimane per altri 22 anni prima dell’esplosione nell’anno che ha cambiato la sua vita, il 1976. Nel frattempo lavora più che altro in teatro e praticamente con chiunque (fino pure a Carmelo Bene), fa cinema e anche sceneggiati televisivi, sempre sul lato sperimentale e drammatico. È ad esempio in L’urlo, uno dei primi film di Tinto Brass (quelli della fase anarchica e ancora non softcore), è in La proprietà non è più un furto di Elio Petri ed è molto spesso dietro, raramente protagonista. Quando pure è in prima fila però non c’è mai un vero grande successo. Ad esempio è Sandokan in Le tigri di Mompracem, una versione sfortunata dei romanzi di Salgari di due anni precedente a quella nota e di successo con Kabir Bedi.

In più aveva già iniziato a doppiare, una carriera meno esposta ma in cui eccelle comunque.

Tutto questo, cioè tutto il complesso di attività da cui era preso, arriva nel 1976 alla s...