Nel febbraio del 1995 George Lucas e lo sceneggiatore Jeb Stuart produssero una versione di un trattamento per il quarto capitolo di Indiana Jones: Indiana Jones and the Saucer Men from Mars. Ovvero “Gli Extraterrestri da Marte”.

Ma di cosa avrebbe parlato il film poi scartato? Perché George Lucas era così ossessionato dal mettere gli alieni nel quarto film? Proviamo a scoprirlo sulla base di quello che si conosce della sceneggiatura.

L’idea del quarto Indiana Jones 

Dopo la chiusura della trilogia con L’ultima crociata, il franchise di Indiana Jones aveva bisogno di nuove idee per andare avanti. George Lucas pensava però che l’archeologo, confinato nel genere dell’avventura esotica, avesse già detto tutto. L’idea, più volte palesata durante la promozione del film del 2008, era che Indiana Jones potesse essere qualcosa di più che la stessa formula ripetuta ad oltranza. Il personaggio, secondo Lucas, poteva attraversare i vari generi, dall’horror alla fantascienza.

Uno di questi tentativi si è visto, timidamente, nel tanto vituperato Il regno del teschio di cristallo. Spielberg volle ambientarlo sul finire degli anni ’50 uniformando il tono con quello degli altri film. Prima ci fu un altro tentativo targato anni ’90 di cui si vedono ancora le tracce nel film del 2008. La visione originale di Lucas era però ancora più estrema. Ingaggiò Jeb Stuart, lo sceneggiatore di Die Hard e Il fuggitivo con il preciso intento di trasportare il franchise dalla nostalgia dei film per ragazzi anni ’30-’40 alla più moderna paranoia fantascientifica.

Per farlo aveva pensato a una storia che non tradisse il passato della saga, mantenendo al suo interno molti riferimenti sia a I predatori dell’arca perduta che degli altri due film. Il tono sarebbe stato però diverso, ispirato a La guerra dei mondi e Invaders. La vita di Indy avrebbe poi fatto un importante balzo in avanti. 

Indiana Jones 4 alieni sceneggiatura

Il prologo

Siamo nel 1949, il nostro archeologo sta pensando di ritirarsi dalle scene. L’inizio si sarebbe svolto nella foresta pluviale del Borneo. Indiana Jones e un abitante del posto sono circondati dai pirati su un battello a vapore. Si scopre che questi lavorano per un archeologo francese rivale, animato da cattive intenzioni. Questa lotta iniziale avrebbe portato Indy a incontrare l’interesse amoroso del film: Elaine McGregor, una linguista esperta di 49 lingue (si introduce così il tema dell’interagire con culture lontane. Come vedremo, così lontane che arrivano dallo spazio). 

Un salto in avanti di sei settimane avrebbe poi mostrato Indiana Jones intento a fare la proposta di matrimonio a Elaine durante una scena azione. Le nozze sarebbero state così l’occasione per ritrovare vecchie glorie come Sallah, Short Round e perfino Marion. Elaine però doveva spezzare il cuore a Indy abbandonandolo sull’altare. Nel frattempo avremmo visto Henry Jones Sr. commentare la scena scambiandosi battute con il padre della sposa. Si scoprirà più avanti che Elaine non si è presentata all’altare perché è stata convocata per una missione segretissima e urgente che riguarda gli alieni. 

Indiana Jones and the Saucer Men from Mars

Indiana Jones 4 alieni Lucas

Elaine è con Bob Bollander, un agente dell’OSS. Sono arrivati dei dischi volanti nel New Mexico e bisogna indagare. A questo punto la storia devia il suo corso. Lascia da parte l’atmosfera da “teoria di cospirazione” ed entra in pieno nel clima da guerra fredda. Il secondo atto del trattamento ruota infatti intorno alle spie sovietiche che stanno cercando di infiltrarsi nella base militare in cui sono custoditi i segreti alieni. 

I nemici sono poco tratteggiati, come è giusto che sia quando si legge una sceneggiatura non ancora completa come questa. Si dice però che costoro dovranno essere sullo schermo come una sorta di “Russi alla James Bond”. Un’indicazione piuttosto chiara rispetto al tono. 

La tanto odiata sequenza del frigorifero utilizzato per sopravvivere ad un’esplosione nucleare era presente anche in questa versione “anni ’90” del quarto film. Come in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo ci sarebbe stata la detonazione di una bomba. La sceneggiatura aggiunge però un, piccolo, piccolissimo, tentativo di plausibilità. Indiana Jones infatti incastra il frigorifero tra le assi della casa, quindi sopravvive all’esplosione senza essere sparato a molte miglia di distanza impattando con violenza al suolo. 

Lo squilibrio principale dello script è che, a questo punto, la palla dell’azione passa soprattutto agli scienziati, date le loro competenze in materia. Indiana Jones resta un po’ sullo sfondo, reagendo a quello che succede e perdendo la sua leggendaria proattività. 

C’è un artefatto al centro del terzo atto che contiene messaggi scritti in più lingue antiche. Chiaramente gli alieni sono già stati sulla terra e le scritte spiegano come far funzionare i dischi volanti. C’è di mezzo anche un conto alla rovescia entro cui il reperto antico va rimesso al proprio posto, pena terribili conseguenze (non meglio definite) per tutta la terra.

Un aereo sovietico viene abbattuto da un disco volante. Nel frattempo Indiana Jones ed Elaine sono inseguiti dagli alieni e vengono rapiti. Mentre scoppia la guerra con gli umani, i due cercano di capire e di dialogare con gli extraterrestri. 

Una volta risolta la situazione, riportato l’oggetto al suo posto, Indy e la sua bella possono finalmente convolare a nozze e partire per il viaggio di nozze… o per una nuova avventura.

Il trattamento che non piaceva a nessuno

Il progetto venne scartato. Semplicemente nessuno, a parte Lucas, voleva farlo. Spielberg non voleva ritornare sul tema degli alieni dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Persino Harrison Ford non era particolarmente dell’idea. Lo sceneggiatore di Indiana Jones e l’ultima crociata, Jeffrey Boam, continuò a lavorare su questa idea senza però sbloccare la situazione.

Il boom di film di fantascienza con alieni, dopo il successo di Independence Day, misero definitivamente fine al progetto di un Indiana Jones in salsa Sci-Fi action. Spielberg tornò sull’invasione aliena de La guerra dei mondi per parlare dell’America post 11 settembre. Lucas si concentrò sui prequel di Star Wars. Indiana Jones aspettò.

Nonostante non abbia mai visto la luce, è facile vedere la lunga mano di Saucer Men from Mars in quello che è stato Il regno del teschio di cristallo. Questa sceneggiatura ci lascia anche con una domanda sul quarto film della saga: poteva andare peggio?

Fonte: DenOfGeek

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