Furiosa: A Mad Max Saga è al cinema dal 23 maggio

Ammiratela! È arrivata la classifica di tutti i film della saga di Mad Max, in occasione dell’uscita in sala di Furiosa: A Mad Max Saga, il prequel che non sapevamo di volere ma che ora che è arrivato è diventato l’evento più importante dell’anno. È curiosa la (emi)vita del franchise di Mad Max: nato in Australia come esperimento a bassissimo budget e altrettanto bassa presenza di postapocalisse nucleare, è esploso con il sequel che da solo ha contribuito a definire la grammatica e l’estetica di un intero genere per i successivi quarant’anni, poi ha provato il salto nel mainstream vero coinvolgendo addirittura Tina Turner… e poi è sparito per decenni, mentre il suo autore inseguiva maiali e pinguini.

Poi, quasi dal nulla, Mad Max è tornato sulla scena rombando, sgasando e proponendoci uno dei film definitivi di questo millennio, uno di quei capolavori che verranno ricordati per sempre e che hanno contribuito a definire gli ultimi dieci anni di cinema, mainstream e non solo. L’impatto di Fury Road è stato tale da convincere George Miller che la sua saga aveva bisogno di un prequel, e la sua eroina di un film dedicato: è nato così Furiosa: A Mad Max Saga, che per il momento non ha ancora una sua posizione in questa classifica ma che verrà presto collocato da qualche parte – tempo di digerirlo e farci un’idea più precisa e meno basata sull’entusiasmo del momento. Per adesso accontentatevi della classifica dei primi quattro film del franchise, che comincia ora.

Mad Max oltre la sfera del tuono

Mad Max oltre la sfera del tuono

Le virgolette nel sommario del pezzo dovrebbero averlo chiarito: non esistono film brutti nel franchise di Mad Max. Purtroppo però è nella natura delle classifiche dover scegliere un’ultima posizione, e noi puntiamo sul terzo capitolo, che riuscì persino nell’impresa di ottenere recensioni non del tutto positive. “Colpa dei bambini”, per farla breve, considerati da molti fin troppo ispirati ai Ragazzi Perduti di Peter Pan. Più in generale, Mad Max oltre la sfera del tuono ha il difetto, se vogliamo considerarlo tale, di essere il più ammiccante verso il grande pubblico, e di avere un tono relativamente più leggero e divertito se confrontato con i primi due capitoli. Resta un gran film, e le scene nel Thunderdome sono uno spettacolo paragonabile ai migliori inseguimenti del resto del franchise.

Interceptor

Interceptor

Ne avevamo parlato approfonditamente qui e ribadiamo tutto quanto scritto in quel pezzo: pur non essendo ancora appieno un film postapocalittico, e quindi volendo pur non essendo ancora appieno Mad Max, Interceptor è un’opera rivoluzionaria e profetica, qualcuno (più colto di noi) direbbe addirittura seminale. Fu anche un’incredibile lezione di cinema, la dimostrazione che il budget conta, sì, ma ancor di più contano le idee di chi sta dietro la macchina da presa, e ovviamente il carisma di chi ci sta davanti. Senza Interceptor la storia del cinema sarebbe stata diversa, e non va sottovalutata neanche la portata profetica di certe intuizioni del film: citando il nostro stesso pezzo, “un rapporto dello US Department of Energy ha spiegato che il mondo non ha mai affrontato un problema del genere [quello del consumo di risorse e dei cambiamenti climatici che ne derivano]. Se non prendiamo contromisure immediate, con almeno dieci anni d’anticipo sul punto di non ritorno, il problema non sarà più temporaneo ma endemico. Le precedenti transizioni energetiche sono state graduali, l’abbandono dei combustibili fossili dovrà essere una rivoluzione. Se solo avessimo ascoltato”.

Il guerriero della strada

Interceptor – Il guerriero della strada

Il film che, sostanzialmente da solo, ha inventato, definito, identificato, formalizzato, scegliete voi il termine che preferite, la postapocalisse. Fino all’uscita di Interceptor – Il guerriero della strada, il mondo si domandava “cosa diventerà questo pianeta dopo che saranno cadute le bombe?”. Dopo il secondo Mad Max, la risposta alla domanda diventò “come nel secondo Mad Max. È impressionante ancora oggi notare quanto poco chi si immagina un futuro postatomico si discosti da quanto immaginato e mostrato da Miller nel Guerriero della strada: il deserto, le gang, le macchine pazze, le pettinature altrettanto pazze. Ma anche: la regressione del linguaggio, il ritorno della c.d. “legge del più forte”, la giustizia sommaria, il western in senso lato come riferimento e anche come stile di vita. Ne avevamo parlato qui in occasione dei suoi quarant’anni, e due anni dopo siamo ancora perfettamente d’accordo con quanto avevamo scritto.

Fury Road

Mad Max: Fury Road

Cosa si può dire di Mad Max: Fury Road che non sia già stato scritto in tutte le salse (radioattive) negli ultimi dieci anni? È un’opera colossale, anche inaspettata per il modo e i tempi con cui è arrivata, quando ormai pensavamo che George Miller non avesse più alcun interesse a raccontare storie di gente che è sopravvissuta all’apocalisse, e ha influenzato anche visivamente una quantità francamente imbarazzante di film usciti dal 2015 in poi. La sola scena della tempesta di sabbia, con quell’inquadratura che contrappone la blindocisterna alla furia degli elementi, è stata copiata con amore (o senza vergogna) un po’ ovunque, da Rogue One a Kong: Skull Island. Tom Hardy è (quasi) riuscito a soppiantare Mel Gibson come “il vero Max”. Charlize Theron ci ha convinti ad accettare un prequel dedicato al suo personaggio, una scelta che di questi tempi ci fa quasi sempre alzare gli occhi al cielo con aria annoiata. Fury Road non è solo il miglior film della saga: è uno dei due/tre film migliori usciti dopo il 2000, e una delle opere più colossali della storia del cinema. E se non siete d’accordo, sappiate che avete torto.

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