“Pour être drôle, il faut être deux“, “Per essere stupide, bisogna essere in due” diceva un personaggio di Ritratto di una giovane in fiamme di Celine Sciamma. Così lo sono le due protagoniste di Le margheritine di Věra Chytilová, che del divertimento fanno un’arma liberatoria potentissima. La pellicola, uno dei titoli più importanti della Nová vlna, la Nouvella Vague cecoslovacca, è ora disponibile su su arte.tv all’interno della rassegna ArteKino Classics. Scopriamolo insieme.

La Nová vlna e Věra Chytilová

La Nová vlna inizia negli anni sessanta in Cecoslavacchia, Paese all’epoca sotto il regime comunista, al potere dal 1948, e sotto l’orbita dell’Unione Sovietica. Seguendo quanto riportato dal manuale di Paolo Bertetto, sappiamo che il movimento nasce approfittando della provvisoria crisi politica del governo, che favorisce la liberalizzazione culturale. I suoi aspetti caratteristici sono il confronto tra diverse generazioni di cineasti, un’attenzione alle fonti letterarie (Kafka, Kundera) nonché il ricorso frequente ad attori non professionisti. Dal punto di vista narrativo, si rileva un’attenzione alla soggettività individuale, colta in tutte le sue contraddizioni, l’apertura a temi prima intoccabili (come la condizione di smarrimento della gioventù) il ricorso ad un forte humor per trattare argomenti forti, tutti elementi che ritroviamo in Le margheritine. Tra i registi che ne hanno fatto parte, impossibile non citare il nome di Miloš Forman che, dopo aver realizzato in patria opere come L’asso di picche e Gli amori di una bionda, sbarcherà poi negli USA, dove realizzerà titoli celebri come Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus e Man On the Moon.

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Gli amori di una bionda: il disagio della gioventù ceca secondo Miloš Forman

Nata nel 1929, Věra Chytilová comincia l’università studiando filosofia e architettura, per poi frequentare i corsi di regia della Scuola di Cinema di Praga (FAMU), la prima donna a farlo. Nel 1966 gira Le margheritine, il cui successo le causa diversi difficoltà nel continuare a lavorare sotto il regime, che diventano poi insormontabili dopo l’invasione sovietica, avvenuta nel 1969. Costretta a dirigere pubblicità sotto il nome del marito, torna a dedicarsi ai lungometraggi solo nel 1976, quando il governo la invita a lavorare per una delle compagnie di produzione statali, la Short Film Studios. Realizza così Il giorno della mela, dopo il quale continuerà la sua attività nel cinema, pur scontrandosi sempre con la censura governativa.

Le margheritine: trama e cast

Due ragazze, una mora e una bionda, con lo stesso nome, Marie, e la stessa carica devastatrice. Insolenti e spregiudicate, combattono il tedio dedicandosi con spirito anarchico e nichilista alla ricerca del divertimento e del piacere. D’altra parte, se tutto nel mondo va storto, perché rigare dritto?

Uscito nel 1966, Le margheritine viene successivamente bannato dal suo Paese per due anni, ma ottiene da subito grande risonanza nel resto d’Europa. Un sondaggio del 2019 condotto dalla BBC lo ha inserito al 6° posto nella classifica dei “100 migliori film diretti da una donna“. Ad interpretare le due protagoniste troviamo Ivana Karbanová e Jitka Cerhová. All’epoca delle riprese, nessuna delle due era un’attrice professionista: la prima una commessa, la seconda una studentessa. Completano il cast Marie Češková, Jiřina Myšková e Marcela Březinová.

Cosa fare quando tutto va a rotoli

Se tutto va a rotoli, andiamo anche noi, che male c’è“, esclama all’inizio del film una delle due protagoniste che, assistendo a questa deriva, decidono di fare altrettanto. Accantonano così qualsiasi forma di (auto) controllo per mettersi alla ricerca di un divertimento sfrenato ma solo in apparenza spensierato. La loro diventa infatti una foga anarchica e distruttiva che coinvolge tutti gli aspetti della società ceca del periodo. Gli eleganti avventori, che seducono e poi umiliano, il mondo (in superficie) ordinato e luccicante dei ristoranti che devastano: emergono tutte le storture degli apparentemente perfetti ingranaggi del regime comunista. Patriarcato, borghesia, gli stereotipi femminili, ma anche le dottrine sull’amore e sulla filosofia: le due giovani non guardano in faccia a niente e nessuno. Le margheritine si trasforma presto in una commedia che dalla satira passa al nonsense e allo slapstick sul finale, strumenti per mettere alla berlina l’ordine costituito e qualsiasi concetto dato per assodato.

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Così fa il film stesso che, sull’onda della Nouvelle Vague francese, piega la narrazione allo sperimentalismo puro. Si passa da scene in bianco e nero ad altre piene di colori, fino a inquadrature con una patina blu o verde. Il montaggio è spesso velocizzato e frammentato, l’immagine (e i corpi dei personaggi) vengono trattati come una fotografia, da tagliare e ricostruire a piacimento. La stessa narrazione non segue uno svolgimento vero e proprio ma propone un susseguirsi di sequenze autonome l’una dall’altra. Věra Chytilová abbraccia dunque in pieno lo spirito delle protagoniste, in un orizzonte che, più spinge sull’allegria, più per contrasto fa emergere una dimensione cupa, che non nasconde la vera anima del proprio Paese. L’approccio edonista e la “pazzia” delle due protagoniste, che sembrano non curarsi di cosa gli sta intorno (l’etichetta, il cibo, ma anche i lavoratori vessati che incrociano per strada) si rivela l’unico modo per poter sopravvivere in uno Stato sull’orlo del collasso. Per poter continuare a camminare sotto un cielo dove già risuonano le bombe che, dopo aver stroncato la rivoluzione in Ungheria il decennio precedente, riserveranno presto uguale sorte all’imminente Primavera di Praga.

Guarda Le margheritine

Come vedere i film di ArteKino Classics

Tutti i titoli della rassegna sono visibili sulla piattaforma streaming europea arte.tv, in Italia disponibile gratuitamente al sito arte.tv/it, che propone la versione sottotitolata di un’ampia selezione del catalogo di Arte, costituito da tutti i generi audiovisivi di carattere informativo e culturale: documentari e reportage, serie, programmi di infotainment, musica e spettacoli dal vivo.

I titoli sono visibili anche sulle applicazioni arte.tv per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili e sul servizio tivùon di Tivùsat.

Articolo in collaborazione con ArteKino Classics

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