Per chi è cresciuto giocando ai videogiochi negli anni Novanta, Resident Evil è senza dubbio uno dei franchise più importanti. Uscito nel 1996 su PlayStation, l’opera creata da Shinji Mikami e da Tokuro Fujiwara è un survival horror che vede i protagonisti rinchiusi all’interno di una villa popolata da zombie e da altre mostruose creature. In un mix tra horror e thriller, la trama di questo primo capitolo è solo l’inizio di un sentiero che verrà percorso in lungo e in largo negli anni successivi.

Resident Evil, infatti, non ha dato vita solamente a una miriade di sequel, prequel e spin-off videoludici, ma a numerose opere trans-mediali. Opere che vanno dai celeberrimi film con Milla Jovovich a una serie TV prodotta da Netflix. Nonostante l’impegno da parte di Capcom di diffondere il più possibile il proprio brand, molte di queste operazioni commerciali non sono riuscite a conquistare gli appassionati di tutto il mondo. Questo probabilmente a causa dell’incapacità di cogliere la vera essenza del franchise. Un franchise con un’anima da B-Movie, ma che si prende spesso molto sul serio. Un franchise forte di scelte registiche azzardate e di un character design iconico.

A partire dal 24 marzo è disponibile il remake di Resident Evil 4, titolo uscito nel 2005 e dall’importanza seminale per il linguaggio dei videogiochi. Per l’occasione abbiamo deciso di fare un viaggio attraverso i media, per capire quali prodotti recuperare se si è affamati di infetti e di Virus T.

Resident Evil

RESIDENT EVIL, UNA SAGA IMMORTALE

Partiamo, come è giusto che sia, dall’inizio. I videogiochi di Resident Evil hanno l’enorme capacità di adattarsi per sopravvivere. Una capacità che ha permesso agli autori di modulare il franchise, modificandolo a proprio piacimento con il passare del tempo, ma trovando (quasi) sempre la quadra e lasciando a bocca aperta il pubblico.

I primi capitoli della serie sfruttano un’inquadratura a telecamera fissa, tanto cinematografica quanto in grado di aumentare la tensione durante le sezioni d’esplorazione. A partire dal succitato Resident Evil 4, invece, l’inquadratura viene posta dietro le spalle del giocatore, dando vita a un nuovo modo di concepire i TPS (Third-Person-Shooter). Dopo un’interessante (ma criticata) parentesi multigiocatore, la saga di Capcom si getta nel mondo degli sparatutto in prima persona con Resident Evil 7 e Resident Evil Village, due ottimi capitoli che sfruttano anche le enormi capacità di PlayStation VR per dare vita a un’esperienza a dir poco immersiva.

Nel corso del tempo la saga ha forse perso un po’ l’identità che la caratterizzava inizialmente, ma ha saputo costantemente reinventarsi. Questo ci permette ancora oggi di consigliarne l’acquisto a tutti coloro che amino i survival horror. Ogni capitolo, persino il peggiore, ha comunque una scintilla di qualità che brilla al suo interno. Un piccolo dettaglio che fa capire al mondo intero il motivo del successo del brand targato Capcom.

Resident Evil

GLI ZOMBIE DI PAUL W. S. ANDERSON

A partire dal 2002, il regista Paul W. S. Anderson ha supervisionato (e spesso diretto) ben sei film tratti dal franchise di Resident Evil. Film che vedono protagonista Alice, un personaggio inedito interpretato da Milla Jovovich, affiancata dal cast che ha reso celebre la saga di Capcom.

La prima pellicola è la dimostrazione di come, inizialmente, Anderson avesse compreso lo spirito del franchise. Certo, c’era poca varietà di creature e l’atmosfera non era paragonabile a quella del gioco originale, ma il mood da B-Movie c’era e il film si prendeva anche molto sul serio. Peccato, però, che con il procedere dei vari episodi la situazione sia degenerata, permettendo ai vari film di abbracciare la propria anima trash, dimenticandosi dell’elemento horror e avvicinandosi, per certi versi, al genere supereroistico. Una scelta che comunque è stata accettata dal pubblico, che ha seguito la saga fino a Resident Evil: The Final Chapter, uscito nel gennaio del 2017.

Dead Island

TRA REBOOT E ANIMAZIONE

Nel 2021, Capcom ci riprova. Diretto da Johannes Roberts, Resident Evil: Welcome to Raccoon City tenta di adattare gli avvenimenti dei primi tre videogiochi. Nonostante un mood molto più vicino al materiale originale, la trama non riesce a caratterizzare al meglio i personaggi e il risultato finale non va incontro alle aspettative. Una sensazione simile a quella provata guardando anche la serie TV prodotta da Netflix, che ha raccolto così tante critiche negative da venir cancellata poco dopo l’uscita della prima stagione.

Agli appassionati rimasti spiazzati da questi alti e bassi della saga horror non resta che rifugiarsi nei film d’animazione in CG. Film che rispecchiano perfettamente l’anima di Resident Evil e che vi consigliamo di recuperare nel caso siate alla ricerca di una storia non solo in continuity con i videogiochi, ma anche interessante sul piano del world building. Degeneration, Damnation, e Vendetta sono tre lungometraggi da non perdere, mentre su Netflix trovate anche Infinite Darkness, una serie di quattro episodi che evidentemente doveva essere un film, ma che ha trovato poi una nuova dimensione. In quest’ultimo caso, però, si tratta di un’opra mediocre, dal ritmo annacquato e dalla narrativa scialba. Niente di imprescindibile, insomma.

Segnaliamo, infine, l’imminente arrivo di Resident Evil: Dead Island, un nuovo lungometraggio che vedrà Leon Kennedy fare squadra con Chris Redfield e Jill Valentine pere affrontare la diffusione di un nuovo virus all’interno dell’isola di Alcatraz.

Resident Evil

L’ORRORE TRA LE PAGINE DEI LIBRI

Se vi piace leggere, Resident Evil non si è certo fermato alle opere audiovisive. Nel corso del tempo sono usciti diversi fumetti e romanzi, la maggior parte pubblicati anche in Italia. Nello specifico, è possibile recuperare un corposo volume continente le storie realizzate in formato americano negli anni Novanta e diversi manga editi da Panini Comics. Si tratta di produzioni mediocri, ma che vantano senza dubbio qualche punto di forza. Resident Evil: Marhawa Desire e Resident Evil: Heavenly Island, in particolare, sono due ottime serie che mescolano una buona storia con dei disegni davvero ispirati.

Discorso diverso per i romanzi che adattano i vari videogiochi. Scritti da Stephani Danielle Perry, i sette libri trasmettono le medesime atmosfere della saga originale e sono un vero must have per tutti i fan del franchise. Inizialmente pubblicati da Urania (tranne il settimo), i libri sono poi stati rimessi in commercio con una nuova traduzione e un nuovo format grafico.

Come potete notare, Resident Evil non è certo una “semplice” serie di videogiochi. Negli anni si sono susseguite numerose trasposizioni, alcune più meritevoli di altre. In attesa di un ipotetico nuovo reboot cinematografico non ci resta quindi che godere dei film d’animazione, nella speranza che una nuova ondata di contenuti possa puntare nuovamente i riflettori sulla serie. Una serie che, visto lo splendido remake del quarto capitolo, risulta essere oggi più viva che mai. 

E voi che cosa ne pensate? Venite a chiacchierarne con noi sul canale Twitch di BadTasteItalia.

I film e le serie imperdibili

Classifiche consigliate