Le scene post credit sono una delizia anche se molti non sono d’accordo. Non c’è però un vero motivo per odiarle. Esistono in fondo al film, quando chi non le vuole vedere può andarsene prima senza problemi, mentre per altri sono una scusa per non alzarsi ai titoli di coda che, come sapete, crediamo sia la cosa giusta da fare. Aggiungono ancora divertimento al film, dando quel qualcosa in più che spesso fa venire voglia di vedere altro. Una post credit ben fatta soddisfa e stuzzica, come un regalo consegnato alla fine della festa di compleanno dopo che si sono scartati tutti gli altri.

La Marvel non ha inventato le scene post credit. Il primo film ad averne una fu il film Matt Helm il silenziatore, tra i precursori più significativi anche Ecco il film dei Muppet dove i simpatici personaggi di Jim Henson guardavano i titoli di coda seduti in sala e gridavano al pubblico di andarsene. La Casa delle Idee è stata però la prima a integrarle in modo così sistematico e a renderle importanti ganci tra un film e l’altro della saga.

Nonostante il successo (e l’abuso) di questo trucco non tutte le scene post credit sono appaganti come le altre. Alcune hanno sortito l’effetto opposto a quello sperato facendo arrabbiare gli spettatori in attesa, altre invece sono semplicemente… brutte.

Abbiamo scavato nelle nostre memorie dei titoli di coda e abbiamo fatto una selezione per voi delle 10 peggiori e più frustranti attese deluse.

Le 10 scene post credit più deludenti: Suicide Squad

Quella tra Bruce Wayne e Amanda Waller non è propriamente una brutta scena post credit, ma è incredibilmente punitiva per gli spettatori. Arriviamo a quel punto dopo un film che non decolla mai, un disastro sotto ogni punto di vista con personaggi usati male e un montaggio raffazzonato. Da solo, il dialogo tra i due è più interessante di tutto Suicide Squad. Solo che promette un sequel che non vedremo mai. Suggerisce uno scontro con la Justice League che, invece, sarebbe stato bello vedere proprio nelle due ore che l’hanno preceduta. Uno dei peggiori esempi di semine che non hanno portato frutti. 

Matrix: Resurrections

The Catrix fa incazzare. Ed è giusto così. La sorpresa che Lana Wachowski ha lasciato alla fine del suo Matrix: Resurrections è geniale per certi versi. L’ennesimo sberleffo all’industria dei blockbuster e dei franchise. Un ulteriore riferimento meta: vi aspettavate la scena dopo i titoli di coda? Eccovi allora i creativi che discutono su come andare avanti nella storia. Però questa volta più che prendere in giro i potenti produttori sembra sfottere chi è stato pazientemente a guardarsi i crediti aspettando buone notizie per un nuovo film. Niente, un amore tradito.

Ralph Spacca Internet 

Non si fanno certe cose ai bambini. Nemmeno agli adulti. Finito il poco ispirato Ralph Spacca Internet appare la scritta Frozen 2 Sneak Peek. Un cursore ci clicca sopra. Il buon Ralph ci trolla cantando Never Gonna Give You Up. Obiettivamente un riferimento meta che fa molto ridere la prima volta che lo si vede. Ripensandoci a freddo però è forse una delle scene post credit più tristi di sempre. Perché fa un riferimento che i bambini non possono capire mentre gli adulti sorridono senza che gliene importi poi molto. Ma soprattutto immaginatevi la mestizia con cui hanno deciso di chiudere il film in questo modo. Si radunano i creativi a decidere una scena aggiuntiva. Arrivati alla domanda “che cosa terrà il pubblico incollato alla sedia fino alla fine dei titoli di coda?” hanno risposto “Frozen 2”. Che il franchise di Ralph non sia proprio la trovata più brillante in casa Disney era chiaro. Esplicitarlo con tale rassegnazione è triste.

Iron Man 3

Bruce Banner che si annoia a morte ascoltando Tony Stark non fa ridere e non emoziona. Non è questo il problema principale: al posto di Banner avrebbe potuto esserci Doc Samson (quello vero, non quello del film di Leterrier), rinomato psichiatra dei supereroi Marvel. Che bomba sarebbe stata questa comparsa?

Thor: The Dark World

Il peggior film Marvel fino ad ora non poteva che venire peggiorato sul finale. La prima sequenza con Sif e Volstagg dal Collezionista regge. La seconda no. Thor ritorna su Midgard per sbaciucchiare Jane Foster. Così, giusto per dare una soddisfazione a chi tifava per la coppia. A peggiorare il tutto c’è stata la gestione successiva della loro storia che ha praticamente ignorato questo ritorno di fiamma che sembra suggerire un “accasamento” del semidio. Speriamo che Thor: Love and Thunder possa correggere il cringe di questo momento. 

Minions

Kevin, Stuart e Bob che cantano Revolution dei Beatles alla fine del film dei Minions è l’ennesimo colpo basso alla tenuta neuronale di chi si è sorbito l’infinita serie di gag demenziali arrivando vivo in fondo. Una tortura prolungata per due minuti e mezzo.

Spider-Man: homecoming 

Spider-Man ci ha abituato a delle scene post credit clamorose. Quella che chiude il suo primo film in casa Marvel no. Ha evitato la rivolta in sala solo perché il protagonista è il capitano Steve Rogers in persona. E Cap va ascoltato. Però la si ricorda come quella volta in cui i Marvel Studios hanno fatto rickrolling al pubblico. Sempre fastidioso.

The Batman

Scene post credit

<?> + Addio + www.rataalada.com non è propriamente una scena post credit e al contempo lo è. È anche un gancio alla campagna virale fuori tempo massimo. Anche chi non conosceva il sito che ha accompagnato l’uscita del film avrebbe potuto pensare di cercarlo visto la rilevanza all’interno della trama. Non devono esserci per forza delle post credit nei film di supereroi. Però quella scena di Riddler in prigione in compagnia del suo “nuovo amico” sembrava fatta apposta per essere messa in coda. Nel film invece suona eccessiva e sbagliata. Un errore di pianificazione: al posto di questo piccolo saluto di Riddler, la scena lunga in carcere sarebbe stata molto meglio. Bastava solo spostarla.

X-Men le origini – Wolverine

 

 

Deadpool vive nella terribile scena post credit del film sulle origini di Wolverine. Già di per sé non è il massimo che quel personaggio continui a esistere . La sua “resurrezione” avviene poi nel tentativo di rimediare al disastro che erano stati i test screening del film dove il pubblico aveva odiato la gestione del personaggio. La sua testa morta, la mano si avvicina come quella della famiglia Addams, la tocca e la “sveglia”. Deadpool rompe la quarta parete e ci dice di fare silenzio. Come a dire: abbiamo fatto stare zitto per tutto il film il mutante chicchierone ma ora la bocca è aperta e rompe anche la quarta parete! Solo che, invece di pronunciare finalmente qualche battuta che ricordi la controparte cartacea, si limita a dire “sst!”. A noi in sala. Ma perché?

A metà tra le migliori e le peggiori scene post credit: The Grey

The Grey è un film fantastico con un finale poetico e meraviglioso. Liam Neeson unico sopravvissuto tra i ghiacci si appresta allo scontro definitivo uomo-natura. È da solo contro un lupo. È uno confronto tra due alfa, solo uno potrà uscirne vivo. Ma non è questo che interessa al film. È nel percorso che si cambia, sono le prove da superare che portano l’anima a piegarsi alle leggi della natura. Per questo The Grey termina poco prima dell’inizio della lotta (che è stata girata ma il regista Joe Carnahan l’ha tagliata). Salvo poi, alla fine dei titoli di coda, inserire pochi secondi in cui vediamo il risultato dello scontro con il lupo agonizzante e il protagonista tra la vita e la morte.

Come se Inception avesse svelato il mistero della trottola alla fine dei credit o una scena che aggiunge un ulteriore strato di significato? Il dibattito è aperto per quella che per qualcuno è un grave errore di generosità e per altri una grande trovata.

E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

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