Excelsior! Storia e gloria di Stan Lee: Editor no more
Fabio Volino continua a raccontarvi la vita del leggendario Stan Lee
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Con l’apporto grafico di John Buscema, Lee fa dunque esordire la serie dedicata al Silverado, che si caratterizza per un certo sperimentalismo. Un numero maggiore di pagine, molto più spazio dedicato all’introspezione e tavole di grande respiro. Tramite l’ex araldo di Galactus, Il Sorridente esprime la sua visione delle cose e le sue opinioni sulle ingiustizie, i conflitti lungo tutto il mondo, il disprezzo dell’uomo per la natura, le rivolte razziali e molti altri temi sociali.
Settembre 1969: le continue proteste per la guerra in Vietnam e le lotte sui diritti civili per le minoranze portano Gene Colan a suggerire a Stan Lee di introdurre un personaggio che possa fungere da metafora di tali eventi, un eroe afroamericano. Lo scrittore raccoglie il suggerimento e introduce nel numero #117 di Captain America il personaggio di Falcon, per la cui rappresentazione Colan si ispira a delle foto raccolte su alcune riviste rivolte alla popolazione afroamericana.
Settembre 1970: esce Fantastic Four #102, l’ultimo della serie disegnato per intero da Kirby. Ormai le divergenze creative con The Man sono insanabili e acuite dal fatto che chiede talvolta delle correzioni ad albo ormai completato, correzioni per cui Il Re non riceve un compenso extra.
Lavorando come freelancer, l'artista viene pagato a pagina, ma non avendo royalty per le sue creazioni, nonostante Martin Goodman negli anni gli abbia fatto delle promesse di un aumento di salario, ritiene di non ricevere da parte della Marvel il giusto riconoscimento economico e meritocratico per quanto sta facendo.
Lee gli propone di divenire Art Director, cosa che comporterebbe un aumento dello stipendio, ma non le royalty sui personaggi. Di fronte a una offerta più invitante da parte della DC Comics e di Carmine Infantino, Kirby decide infine di abbandonare la Marvel… per qualche anno.
1971: il Ministero della Sanità statunitense invia una lettera a Stan Lee. L’ente governativo è conscio e apprezza il fatto che la Marvel Comics tratti temi sociali nelle sue storie e che la serie più venduta, Amazing Spider-Man, sia letta in gran parte dai ragazzi che frequentano il college o l’università.
L’uso di sostanze stupefacenti nella popolazione giovanile è in costante crescita e dunque viene chiesto a Lee di ideare una storia che condanni l’uso delle droghe: con la grande influenza che i fumetti dell’Uomo Ragno ha sui giovani, la cosa potrebbe rivelarsi di immenso beneficio.
Lee presenta questa storia nei numeri #96/98 di Amazing Spider-Man, realizzati da John Romita e Gil Kane, cercando di far sì che il messaggio anti-droga non appaia come un sermone, consapevole che una cosa del genere allontanerebbe i lettori.
C’è un problema, però: all’epoca è in vigore – e ha molto potere – il Comics Code Authority, fondato nel 1954 allo scopo di monitorare i contenuti dei fumetti ed evitare l’inserimento di tematiche ritenute scottanti. L’uso di sostanze stupefacenti è una di queste tematiche e non ha alcuna importanza che l’albo stigmatizzi ciò.
Quando arriva il rifiuto del Comics Code all’inserimento del sigillo sulla copertina del primo albo, Lee fa notare come la richiesta di questa storia arrivi direttamente dal Ministero della Sanità, ma è tutto inutile: l’unica risposta che si riceve è che non si può parlare di droga negli albi a fumetti.
Con una storia già pronta a essere mandata in stampa, Stan Lee si presenta al cospetto di Martin Goodman e chiede che i tre albi siano pubblicati senza l’approvazione del Comics Code, perché a suo dire una richiesta del Ministero della Sanità ha la precedenza sulle direttive del Comics Code e si farebbe un danno maggiore se non venisse pubblicata. Goodman dà il suo benestare e, per la prima volta nella storia della Marvel, vi sono albi senza l’approvazione del Comics Code.
Il trittico di storie di Amazing Spider-Man ottiene un grande successo e gli uffici della Marvel vengono inondati da lettere di approvazione, alcune delle quali provenienti anche da insegnati e sacerdoti. La cosa mette in cattiva luce il Comics Code e le sue idee antiquate, frutto di una mentalità ormai superata, soprattutto dopo che un articolo del New York Times rivela al pubblico ciò che è accaduto.
Come conseguenza, il Comics Code inizia ad abbandonare alcune vecchie convenzioni ed essere più liberale nell’approvazione delle storie. Paradossalmente o forse no, la mossa di Lee si rivelerà con il tempo essere l’inizio della fine di questo insolito organo censorio.
1972: Stan Lee sceneggia ormai solo due testate: Amazing Spider-Man e Fantastic Four. Roy Thomas e altri giovani sceneggiatori quali Gerry Conway, Steve Gerber e Steve Englehart si occupano invece dei nuovi titoli o delle serie che Lee gestiva un tempo. Anche questo però sta per cambiare.
L’ultimo albo di Amazing Spider-Man sceneggiato da Lee è il numero #110, dell’agosto 1972, mentre quello di Fantastic Four è il numero #125, del settembre 1972.
In quello stesso anno, Martin Goodman si dimette da publisher della Marvel Comics, affidando questo compito a suo figlio Charles, che però non è ben visto dai nuovi proprietari della casa editrice. Costui viene dunque licenziato in tronco e al suo posto viene messo Stan Lee, il quale assume anche il ruolo di Presidente della casa editrice.
Il primo atto di Lee in questa nuova carica è promuovere Roy Thomas a Editor-In-Chief. Costui, ben sapendo che il nome di Stan Lee può fungere ancora da richiamo per i lettori anche se non è lui lo sceneggiatore delle storie, fa apporre la dicitura “Stan Lee presenta” sulle prime pagine di tutti i fumetti Marvel.
Nonostante non scriva più alcuna sceneggiatura, nuove sfide si presentano per Stan Lee da quel momento in poi.