In Sotto la pelle il ruolo dei supereroi diventa centrale rispetto ai precedenti storyarc di Alias, visto che Jessica Jones deve cercare proprio uno di loro: una sera rientrando a casa trova nel suo appartamento Mattie Franklin (la terza Donna Ragno) in stato confusionario, ma non fa in tempo a capire per quale motivo sia lì che la supereroina fugge dalla finestra. Jessica si mette sulle tracce di Mattie e scopre che è la figlia adottiva di J. Jonah Jameson, ma quando contatta il direttore del Daily Bugle per chiedergli informazioni a riguardo, viene accusata di essere la responsabile del rapimento in cerca di un riscatto.
Alias #18
Per dimostrare la verità Jessica indaga e riesce a trovare Mattie in una discoteca, dove è succube di uno spacciatore che la tiene sotto controllo attraverso una potente droga, inibendo completamente la sua volontà. La detective sembra essere particolarmente sensibile a questa situazione e va su tutte le furie, ma il gruppo di criminali la mette al tappeto impedendole di reagire; avrà la sua vendetta rintracciandoli in una camera d’albergo, dove sfoga la sua ira su di loro e riesce a portare in salvo la ragazza. La furia violenta di Jessica è legata a un passato e a degli incubi che continuano a riaffiorare appena, indizi del grande segreto della protagonista che sarà al centro del prossimo volume.

Questa indagine è forse la più debole di tutta la serie ma è interessante constatare che sia anche la più ricca di personaggi dell’Universo Marvel in ruoli di rilievo. Vediamo infatti anche Madame Web, Jessica Drew e Speedball, tutti personaggi rappresentati in modo interessante con un approccio più realistico; ma nonostante le loro scene siano ben costruite, l’efficacia complessiva ne esce penalizzata.

Jessica Jones è senza dubbio un lupo solitario, vederla agire senza tutte le alleanze e le amicizie di un normale fumetto di supereroi contribuisce a costruire i toni hard-boiled della serie. Questo non significa che questi cammeo non siano interessanti o ben graditi al lettore, tutto il contrario; in questo volume però Brian Michael Bendis si è forse lasciato prendere la mano e l’equilibrio della narrazione risulta leggermente sbilanciato, facendo perdere il focus sulla protagonista e sulla trama che andava raccontata.

 

 

ALIAS: IL FUMETTO DI JESSICA JONES

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