Chrono PK #89: PK Tube

Ricordiamo le storie mai narrate di PK Tube, nelle quali venivano svelati importanti retroscena della saga...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Per celebrare il ventennale di PK, la redazione di Topolino decide di ricomporre il team che aveva realizzato Evroniani: lo sceneggiatore Alessandro Sisti, il disegnatore Alberto Lavoradori e il colorista Max Monteduro. Questa reunion è guidata dalla nostalgia, come si evince dalla missione che i tre sono chiamati a compiere: realizzare sei brevi episodi di dieci tavole ciascuno con le atmosfere e i personaggi della serie originale Paperinik New Adventures.

Il lettore non può (ancora) togliersi la soddisfazione di vedere come prosegue la saga del Papero Mascherato ma scopre alcuni eventi mai narrati prima, tasselli che completano e chiariscono passaggi di continuity finora rimasti in sospeso.

PK Tube è il titolo della miniserie ma anche quello del primo capitolo, nel quale capiamo quale sarà il setting che farà da cornice. Siamo a bordo dell'astronave di Everett Ducklair che ritroveremo nel finale di Potere e potenza, con Uno che cerca nel database video di repertorio delle sue avventure in compagnia del Papero Mascherato: è l'occasione per approfondire i primi passi della collaborazione tra i due, analizzando come l'intelligenza artificiale abbia potuto violare le direttive di segretezza dettate dal suo padrone.

Il giorno del fondatore sembra limitarsi a raccontare una semplice operazione di protezione della Ducklair Tower da parte di Uno, pronto a respingere alcuni criminali che si sono introdotti nel grattacielo. La collocazione temporale è successiva alla serie regolare, ma lascia intendere che ci possano essere sorprese in arrivo; il finale, infatti, mostra la prima apparizione in assoluto di Odin Eidolon, anche se solamente in forma olografica.

Il peso della conoscenza indaga il periodo di allenamento trascorso da Pikappa al monastero di Dasham-bul, come svelato al termine di Missing; anche in questo caso il soggetto è simile a una scena tagliata, un contenuto extra, tanto prezioso da portare a domandarci come abbiamo potuto trovare narrativamente accettabile la sua assenza. Sono sufficienti poche frasi per ret-conizzare quanto raccontato finora, riempiendo degli spazi vuoti e completando così la mitologia della serie.

Cambio di programma è l'episodio più sconvolgente per i fan di vecchia data di PK: la trama è incentrata su un'indagine giornalistica sul party di Patemi da parte di Angus Fangus, nel corso della quale l'identità di Lyla rischia di essere scoperta. Il droide può però contare sulla collaborazione di un magazziniere che nell'ultima tavola scopriremo essere... Stefan Vladuck! Ebbene sì: viene infine mostrato il volto di Camera 9, uno dei misteri con cui gli autori hanno stuzzicato maggiormente il pubblico di PKNA, un colpo di scena giocato con totale nonchalance in un anti-climax finale.

Missione di (sub)routine continua a esplorare il conflitto interno affrontato da Uno per aggirare le direttive di Everett e collaborare con Pikappa. Tra le conseguenze di questa scelta c'è anche la nascita di Due, un altro gradito collegamento che connette tra loro gli eventi narrati all'inizio della serie.

Soccorso obbligato è la degna chiusura del progetto: un racconto ambientato dopo la serie originale nel quale assistiamo all'ultimo arrivo di Everett sulla Terra. Come sappiamo, le vicende che riguardano lo scienziato alieno proseguiranno nei successivi capitoli della saga, ma, una volta completata, questa storia breve potrà inserirsi nell'impianto narrativo.

Il formato di PK Tube viene sfruttato nel migliore dei modi: nessuno si aspettava grandi rivelazioni in storie brevi da dieci pagine l'una, ma Sisti riesce a ottimizzare il poco spazio a disposizione aggiungendo molti tasselli fondamentali della saga.

Lo stile di Lavoradori, di ritorno su Pikappa dopo vent'anni, si è evoluto con un tratto più sporco e graffiante, mentre le tinte digitali di Monteduro riescono ad arricchire il risultato finale, rispetto alle precedenti tavole del disegnatore caratterizzate da una colorazione piatta.

CHRONO PK

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