Il regista argentino Fernando Spinder cerca con Immortal di proporre una storia che sfrutta l’idea che possano esistere molti mondi alternativi ma non sia possibile essere consapevoli delle alternative, facendo parte solo di uno dei possibili stati presenti nell’intero universo. Un’idea, quella del film presentato in anteprima al Trieste + Science Fiction 2020, potenzialmente affascinante che, purtroppo, non viene sviluppata in modo solido e si perde su un finale deludente.
Gli eventi prendono il via con il ritorno di Ana (Bélen Blanco) a Buenos Aires per occuparsi dell’eredità del padre, morto mentre era all’estero. La ragazza scopre dove si trova il dottor Benedetti (Daniel Fanego), il miglior amico del padre, e lo scienziato le spiega di essere convinto di aver trovato la porta verso una nuova dimensione, dove potrebbe incontrare nuovamente anche il padre. Ana è scettica, tuttavia tutto ciò in cui crede potrebbe essere messo in discussione.
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Un'idea affascinante non viene sviluppata in modo convincente in Immortal, film argentino che spreca una buona occasione con interpretazioni approssimative e un epilogo surreale
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