Il Torino Film Festival apre con Gemma Bovery, film glamour di campagna, abbastanza simpatico e parecchio vuoto.
E’ tratto dalla graphic novel datata 1999 della britannica Posy Simmonds, già abile in passato con Tamara Drewe a giocare con Via dalla pazza folla di Thomas Hardy inserendolo in un contesto più moderno e sessualmente promiscuo. Stephen Frears ne trasse un film non male nel 2010.
E’ tratto dalla graphic novel datata 1999 della britannica Posy Simmonds, già abile in passato con Tamara Drewe a giocare con Via dalla pazza folla di Thomas Hardy inserendolo in un contesto più moderno e sessualmente promiscuo. Stephen Frears ne trasse un film non male nel 2010.
Questa volta tocca al Flaubert di Madame Bovary, romanzo epocale dove: “Non succede niente ma allo stesso tempo è coinvolgente” come dice il panettiere leader del cast di Gemma Bovery Martin interpretato da Fabrice Luchini.
E’ lui il protagonista perennemente con gli occhi sgranati (decisamente troppo per non risultare stucchevole al 200esimo primo piano così) dal cui punto di vista viviamo gran parte della pellicola diretta dall’esperta Anne Fontaine (Coco avant Chanel e Two Mothers tra i suoi film più noti).
Dopo aver visto la nuova bella vicina di casa inglese tirars...
Il film di apertura della trentaduesima edizione del Torino Film Festival è Gemma Bovery di Anne Fontaine. Sensuale ma vuoto. Come la sua protagonista
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