Quanto sono importanti le attese nell’horror. Saper seminare gli indizi, senza fretta, per poi raccoglierli, farli combaciare. E quanto sono importanti le prime scene, quelle dove si costruisce il setting della storia. O, più semplicemente, quanto sono importanti i personaggi che hanno degli obiettivi da perseguire.
Queste regole di base, e insieme i più banali degli accorgimenti, sono totalmente ignorati (chissà se per pura ingenuità o per vera arroganza) da The Turning, horror diretto da Floria Sigismondi, regista di video musicali e serie tv (ha diretto alcune puntate di Daredevil, The Handmaid’s Tale, American Gods) che ha debuttato al cinema nel 2010 con The Runaways, e scritto da Chad e Carey Hayes, sceneggiatori degli strepitosi The Conjuring di James Wan che qui sembrano aver davvero perso la bussola.
Siamo infatti di fronte a un horror sconclusionato dalla prima all’ultima scena, che ha soprattutto il difetto di voler mostrarsi “tutto e subito”, in un’inspiegabile ...
Le regole di base e insieme i più banali degli accorgimenti sono totalmente ignorati da The Turning, horror diretto da Floria Sigismondi
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