Avete presente la naftalina? Quella sostanza miracolosa e mefitica che tiene lontane le tarme e, per il tanfo che emana, anche buona parte del restante regno animale, esseri umani inclusi? Ecco, se il film di Patrice Leconte Une Promesse emanasse odore, sarebbe sicuramente quello.

E pensare che Leconte ha all'attivo alcuni titoli di tutto rispetto nella sua filmografia, da La ragazza sul ponte a L'uomo del treno. Tuttavia, se come spiegato da Hayao Miyazaki nel suo ultimo film la creatività dura solo dieci anni, tocca constatare che il decennio migliore di Leconte è ormai acqua passata.

Già, perché se La bottega dei suicidi (2012) partiva da uno spunto originale e bizzarro per precipitare rovinosamente nella palude dei cliché, ad Une Promesse non può essere concessa nemmeno l'attenuante della buona intenzione iniziale. Tutto è sciatto, trasandato, a partire dal soggetto, derivato da Stefan Zweig e trattato come un br...