Here and Now 1x02 "It's Coming": la recensione
Nel secondo episodio di Here and Now si ragiona sui temi dell'appartenenza alla comunità e sull'individualismo
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Ci sono molti esempi di ciò nella puntata. Alla scuola frequentata da Kristen, va in scena un dibattito che vede rigidamente contrapposti due schieramenti che individuano rappresentanti delle minoranze e non. Vediamo un gruppo di protesta di fronte ad una clinica nella quale si recano Kristen e Ashley. Ma non si tratta solo di categorizzazioni così palesi. C'è qualcosa di più sottile, che è il cuore di Here and Now, e che mette al centro della storia il modo in cui i personaggi stessi scelgono di collocarsi in determinate categorie, anche solo rispondendo a certe aspettative. È il caso di Duc, al quale viene riservato un silenzioso – ma eloquente – montaggio che ci mostra quella che è presumibilmente la sua routine.
L'uomo di origini vietnamite è il coach di se stesso, è l'incarnazione ambulante di certe convinzioni e di un certo modo di porsi nei confronti della vita, al quale deve essere il primo a credere per poter andare avanti. E quindi i rapporti senza importanza, i vestiti e la pettinatura giusta, il giusto linguaggio non verbale, il giusto approccio alla vita (e i flashback violenti e rivelatori). Lui guarda ai problemi della sua famiglia da una prospettiva privilegiata, come vedremo nel confronto finale chiamato per occuparsi del problema di Ramon. Ma è solo una maschera, e lui non è l'unico a indossarla. Qualche segnale di cedimento lo avvertiamo anche con Greg, e il suo caso è particolarmente importante.Lo è perché il suo percorso divulgativo si basa su convinzioni vecchie di decenni e nelle quali ormai fatica a riconoscersi. La sua era una filosofia, anche “di vita”, nella quale grande spazio veniva concesso all'empatia. E, considerate anche le scelte personali di Greg e sua moglie, che hanno adottato tre bambini provenienti da contesti disagiati, è chiaro che non si tratta solo di concetti, o almeno non solo di quelli. Qualcosa sembra essere cambiato. Lo vedevamo nello scorso episodio, tanto nei fatti quanto nelle parole, lo rivediamo ancora adesso, con una lezione inequivocabile alla sua aula semideserta. Perché, riagganciandoci al tema della puntata, secondo la vecchia idea di Greg essere empatici significa “vivere nel mondo”, condividerne le sofferenze, anche per alleviare i propri sensi di colpa.
Ora Greg fa un passo indietro. E nelle sue parole, così dirette, c'è una forma di egoismo che può essere inteso in vari modi, soprattutto negativi, ma che si richiama soprattutto a quel bisogno di individualità che dicevamo poco sopra e di cui adesso il personaggio sente di avere bisogno. Ultimo, ma non ultimo, c'è proprio Ramon, che salvo due parentesi collocate all'inizio e alla fine della puntata, seguiremo nel corso dell'episodio in una sorta di fuga dal mondo che si conclude con una forte affermazione della propria individualità di fronte alla madre. Infine, quindi, la famiglia stessa che diventa il nucleo che assorbe e condiziona la vita di chi ne fa parte.La parentesi iniziale di Ramon è utile ad introdurre la figura dello psichiatra, che scopriremo presto essere importante per la trama. Soprattutto è interessante il rapporto dell'uomo, di nome Farid, con il figlio (che vedremo poi in un contesto prima scolastico e poi, molto diverso, familiare), ma torneremo in modo più approfondito sulla storyline nei prossimi episodi. L'episodio si conclude con una nuova apparizione del misterioso 11.11, che stavolta condiziona Greg e lo porta ad una deviazione (simbolica, anche questa). È un buon episodio questo di Here and Now. La storia non riesce a coinvolgerci fino in fondo, ma questa è una serie che ha qualcosa da dire e che prova a farlo.