Madam Secretary 1x01 "Pilot": la recensione

Il deludente pilot di Madam Secretary, la serie della ABC con Téa Leoni

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La Casa Bianca della televisione non era mai stata così affollata. In questo momento è possibile spaziare tra gli intrighi diabolici di House of Cards, le figuracce istituzionali di Veep e le relazioni pericolose di Scandal. E viene quasi da invidiare la capacità tutta americana – o forse solo poco italiana – di giocare con i simboli del potere e con le istituzioni, senza preoccuparsi troppo di limiti e possibilità. Purtroppo questo è anche l'unico motivo di interesse, esaurito ben presto, nei confronti di Madam Secretary, nuova proposta della CBS incentrata sull'attività politica di un nuovo Segretario di Stato diverso dal solito.

Dopo la morte violenta dell'ex Segretario di Stato, Elizabeth McCord (Téa Leoni) si vede offrire a sorpresa la carica rimasta vacante. Non è esattamente la prima scelta che verrebbe in mente. Insegnante, ex analista della CIA, semplice madre di famiglia: una persona al di fuori dei normali schemi della politica. Proprio per questo il Presidente Dalton (Keith Carradine) la sceglie come successore all'importante carica. La ritroviamo pochi mesi dopo l'insediamento, consapevole della propria individualità, in grado di destreggiarsi tra momenti di crisi (la cattura di due giovani in Siria) e appuntamenti istituzionali (una cena con il re dello Swaziland). Il tutto ragionando fuori dagli schemi, sfuggendo i normali cliché della politica e mantenendo una schietta semplicità e franchezza. Il tutto si conclude con un rimando alla morte violenta del precedente Segretario di Stato – non è stato un incidente – e con l'ombra di una cospirazione.

In questo caso, più che in altri, le premesse sono tutto. Accettate queste, la serie della CBS, leggera e semplice, potrebbe anche andar bene come semplice diversivo. Ma è così facile accettarle? No, per un semplice motivo. Madam Secretary, nonostante la base cospirativa, che comunque non dovrebbe essere così presente in futuro, è una serie fondamentalmente buonista. E le rassicurazioni, in un mondo, anche televisivo, ormai così smaliziato e disilluso, sono difficili da accettare. Anche in questo caso, la CBS si mantiene giustamente fedele ad un target ben preciso, che richiede un approccio ben preciso. Quindi profilo basso, lieto fine, conflitti morali quasi azzerati. Sono poche, e ottime, le eccezioni a questa formula nel network, e la serie non rientra tra queste.

L'ambientazione politica rischia di tradire le reali aspirazioni di una serie, fin dall'assurda premessa della nomina iniziale, ben più modesta di quanto potrebbe apparire. Buona prova di Téa Leoni, ma non basta a riscattare un prodotto davvero dimenticabile.

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