Zoo 1x01 "First Blood": la recensione

Gli animali decidono di ribellarsi e attaccano l'uomo: Zoo, la nuova serie della CBS, è piatta e poco coinvolgente

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Non è mai un buon segno quando una serie inizia con un voice over, ma quando il monologo in questione contiene la più classica e banale delle tirate d'orecchie all'umanità per il modo in cui sta distruggendo il pianeta, avvertendoci sul pericolo incombente di una natura pronta a ribellarsi, allora è difficile che tutto ciò che vedremo da quel momento in avanti riesca a cambiare la nostra opinione. È difficile anche credere in Zoo, quando la nuova serie della CBS sembra la prima a non credere in se stessa e nella sua esagerata, e nemmeno tanto originale, storia.

Gli animali decidono di ribellarsi. Si inizia con i leoni, in due distinte parti del mondo. La prima è il Botswana, dove la giovane guida Jackson Oz e il suo migliore amico Abraham Kenyatta hanno un brusco incontro con un villaggio deserto e con alcuni turisti assaliti e uccisi da un branco. Sulla loro strada una giovane di nome Chloe, che condividerà suo malgrado la spiacevole situazione. Intanto, a Los Angeles, due leoni vissuti in gabbia per tutta la loro vita fuggono e uccidono alcune persone prima di essere fermati. Mentre una giornalista, convinta che dietro il loro comportamento inspiegabile ci sia una multinazionale che utilizza cibi scadenti, indaga per scoprire la verità, altri animali iniziano a manifestare comportamenti strani.

La serie basata sull'omonimo romanzo di James Patterson è praticamente una sorta di E venne il giorno con gli animali. Ma più in generale è una stanca riproposizione del conflitto uomo-natura raccontato nelle sue componenti più basilari, di quelle che, un po' retoricamente e un po' superficialmente, si accontentano di presentare un contesto senza approfondire o ragionarci su più di tanto. Allora magari l'intenzione è quella di giocare con la tensione e il pericolo proveniente da elementi tradizionalmente posti sotto il nostro controllo, ma anche da questo punto di vista non si può non registrare una generale stanchezza e mancanza di convinzione dal risultato finale. Qualche leone che minaccia la vita di personaggi che abbiamo appena conosciuto (e che a dirla tutta ci stanno anche un po' antipatici) non può mantenere alta l'attenzione di un pilot che sotto il profilo dell'intreccio non offre nulla di interessante.

Questa parte, dedicata all'indagine e al mistero, è invece affidata alla storyline di Los Angeles (stranissime, in senso negativo, le scritte di transizione da un luogo all'altro) dove però non succede nulla, o comunque, visto che stiamo parlando di un pilot, non si lascia intravedere nulla di interessante all'orizzonte. Latita anche l'azione, per non parlare della violenza, completamente assente a fronte delle moltissime morti di cui però sentiamo solo raccontare da altre persone durante la puntata senza vedere nemmeno dei resti. Ecco, forse puntare sul gore poteva essere una soluzione, e invece la regia di Brad Anderson deve accontentarsi di riprendere da lontano o di non riprendere per niente.

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