“True, but I’m not a Stark”. E in quel drago che vola sopra la testa di Jon Snow mentre pronuncia quelle parole c’è tutta l’idea di una storia che supera se stessa, che riflette su se stessa, elargendo una ricompensa dopo l’altra allo spettatore che per così tanti anni ha seguito la vicenda. The Queen’s Justice è essenzialmente questo: ricompense narrative, puri e semplici payoff che riscattano un senso di attesa maturato a volte attraverso anni. Una scrittura che inevitabilmente, come tutto in questi primi episodi, gioca sul senso di soddisfazione innegabile di chi sa che il tempo delle risposte e del confronto è giunto. Altri centri di potere cadono, mentre l’escalation di atti di forza diventa inevitabile. La sfida è bilanciare il tutto, e Game of Thrones continua a misurarsi nell’impresa scavando come può nicchie di originalità in una storia che anticipa se stessa.

Come in una delle citazioni più importanti della puntata, pronunciata da