Una delle notizie più discusse di queste ultime settimane è quella relativa alla causa che Gina Carano ha intentato alla Disney e alla Lucasfilm per il suo licenziamento dalla serie Tv di Star Wars The Mandalorian, dove interpretava Cara Dune.

Tutto ha avuto inizio nel 2021. L’attrice era finita nell’occhio del ciclone per via di certe sue discutibili dichiarazioni legate alla sua appartenenza all’area politica dei Repubblicani, sulla pandemia di nuovo Cornavirus e sull’Olocausto. Senza dimenticare poi l’incidente del “boop/bop/beep” avvenuto quando l’attrice ed ex lottatrice MMA non aveva voluto annunciare sui social i suoi pronomi in solidarietà con il movimento per i diritti transgender, scrivendo invece le onomatopee citate un paio di righe fa.

Una causa che Gina Carano ha intentato con il sostegno di una persona alquanto abbiente e controversa: Elon Musk.

In una lunga chiacchierata con l’Hollywood Reporter, ha avuto modo di raccontare la sua versione della storia.

Mi sono sdraiata e ho pianto

Gina Carano, innanzitutto, racconta alla popolare testata di aver davvero apprezzato l’esperienza avuta sul set di The Mandalorian:

Mi è piaciuto immergermi in questo strano mondo fatto di astronavi, galassie e personaggi alieni. Ho amato tutte le persone con cui ho lavorato. I registi, gli attori, il reparto audio – tutti andavano d’accordo. È stata un’esperienza semplicemente incredibile.

Poi, parlando della reazione avuta nell’apprendere del suo licenziamento, dice:

Mi sono semplicemente sdraiata e ho pianto e pianto. Mi sono accoccolata in posizione fetale. Non è che non pensassi che una cosa del genere sarebbe potuta accadere. Era principalmente dovuto al fatto che non riuscivo ad immaginare che avrebbero pubblicato questa orribile dichiarazione nei miei riguardi dopo aver lavorato con me. Parliamo della più potente compagnia di intrattenimento al mondo che diceva queste cose su di me (ECCO I DETTAGLI).

Il sostegno di Elon Musk

Parlando del supporto che sta ricevendo da Elon Musk, con cui non ha comunque mai comunicato direttamente, Gina Carano dichiara:

Penso che sia incredibile quello che sta facendo. Molti miliardari investono i loro soldi per comprarsi delle isole e costruire dei bunker. Elon Musk sta usando i suoi soldi per combattere battaglie contro l’ingiustizia.

Vale la pena ricordare che il multimiliardario ha il dente decisamente avvelenato contro la Disney, che, come noto, ha deciso d’interrompere tutti gli investimenti pubblicitari su X, l’ex Twitter, dopo che il magnate ha espresso il sostegno a una teoria del complotto secondo la quale gli ebrei promuovono “l’odio verso i bianchi” puntando a importare “orde di minoranze” nelle nazioni occidentali.

D’altronde, proprio Elon Musk, in un intervento di qualche mese fa tenutosi al DealBook Summit di New York Times, ha detto senza tanti giri di parole:

Qualcuno cerca di ricattarmi con la pubblicità? Di ricattarmi con i soldi? Vai a farti fo**ere. Ehi, Bob Iger, se sei in platea. È così che mi sento!

Tornando a Gina Carano e al suo esilio da Hollywood, l’attrice continua:

Diventa impossibile essere assunta. E diventa accettabile, del tutto naturale per gli altri mancarti di rispetto. E tutto questo disprezzo, tutta questa vergogna ti gravano incredibilmente addosso, influenzando sia il tuo fisico che la tua mente. Resti senza speranza. Essere in grado di reagire mi fa stare bene.

Gina Carano e l’incidente dei pronomi

Come dicevamo in apertura di questo resoconto, ad aver reso impraticabile la relazione professionale fra la Disney e Gina Carano c’è stato anche il discusso incidente dei pronomi che, stando all’attrice, ha causato un “crollo massiccio” nel dietro le quinte dell’intera faccenda.

Carano ci tiene a puntualizzare di non aver mai cercato di prendere in giro la comunità transgender.

Ho avuto pubblicisti maschi con i piedi delle mie dimensioni e correvamo in giro con le mie scarpe provando i miei vestiti. Ero semplicemente stufa e così ho pensato “Va bene, metterò qualcosa nella mia biografia: ‘boop/bop/beep”. Pensavo fosse carino, come i suoni di R2-D2.

Prima dell’incidente, il protagonista di The Mandalorian Pedro Pascal, che ha una sorella transgender, le aveva spiegato i concetti di base del movimento transgender:

Mi aveva detto “Metti semplicemente #transrights nel tuo feed. Fallo e ti lasceranno in pace”. Ma non ho seguito il consiglio perché non è nel mio stile mettere l’hashtag su qualcosa. Non avrei neanche messo #dirittidiTrump. Io e Pedro eravamo così vicini perché lui sa al 1000% che non sono omofobica o transfobica. Mi ha mandato un messaggio dopo la morte di Carl Weathers. Abbiamo conversato ed è stato bellissimo. Una cosa che mi ha detto è stata “Grazie. Tu e Carl Weathers mi avete sempre protetto”. Lui sa cosa significa, e io so cosa significa. Ci siamo lasciato all’insegna del “Non vedo l’ora di darti un grande abbraccio”.

Tuttavia, il dipartimento delle risorse umane della Lucasfilm e della Disney non apprezzò particolarmente il modus operandi social dell’attrice sottoponendola a quello che lei descrive come un “campo di rieducazione” iniziato con una riunione su Zoom con due rappresentanti transgender della GLAAD.

È stata una conversazione piacevole. Mi Hanno detto, “Oh, cara, ci dispiace che tu abbia calpestato una mina”. Li ho ascoltati e loro hanno ascoltato me. È stato dolce e anche divertente.

Ma non era sufficiente: la Disney voleva anche delle scuse pubbliche:

Sai, uno di quei comunicati che ti fanno quasi alzare gli occhi al cielo.

La Disney esigeva che venisse scritto dai suoi publicist interni, mentre Gina Carano voleva scriverlo autonomamente. Dopo diversi giorni di modifiche e contro-modifiche, alla fine Lucasfilm ha ritenuto che la dichiarazione finale non fosse abbastanza contrita e ha abbandonato l’idea per poi sottoporre Gina Carano a un corso di formazione sul come interfacciarsi coi media e la stampa.

Parlando della sua “tutor”, Carano spiega:

Ha tenuto sempre gli occhiali da sole, è entrata nella mia casa e si è seduta dall’altra parte della stanza. Poi sono riuscita a convincerla a sedersi sul divano con me e abbiamo cominciato a parlare normalmente. Ha detto qualcosa che ho trovato molto interessante. Ha detto “Non è ciò che dici — è come viene interpretato. Stai dando risposte molto logiche a una reazione emotiva”.

A quella sessione non ne sono seguite altre. Ci fu solo – afferma lei – l’ordine di partecipare a una riunione su Zoom insieme a 45 membri del gruppo LGBTQ interno a Disney e Lucasfilm. Invito che lei ha declinato offrendo una controproposta:

Ho detto “Posso invitare a cena cinque o sei di questi leader transgender? Pago io”. Non accettarono. Anzi, erano molto contrariati.

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