Recentemente, in un articolo pubblicato sul Time, Rachel ha criticato Inventing Anna per aver premiato Delvey, ampiamente retribuita da Netflix per la concessione dei diritti della sua storia, e glorificato i suoi crimini, ritratti come una forma d’arte. Ecco le sue parole:
Nella serie, Anna è raffigurata come un’antieroina complessa che lotta contro i suoi demoni interiori e un mondo che sottovaluta costantemente le giovani donne. Inventing Anna sarà vista da milioni di spettatori, più di quanti incontreranno mai Anna o si impegnano per capire la sua vera natura o quello che è successo veramente. E questa è una realtà pericolosa.
Mentre rifiutavo le richieste della stampa, ho visto i media dare ad Anna visibilità senza ritenerla responsabile, con interviste stranamente conviviali in cui lei ha cercato di far passare il suo comportamento criminale come una forma d’arte di alto livello. Parlare costa poco, gli artisti sono bravi a farlo, ma mi chiedevo perché le stiamo porgendo un microfono. Conosciamo la risposta. Anna, una sfacciata artista della truffa con un gusto raffinato e morale da quattro soldi e nessun apparente riguardo per le conseguenze delle sue azioni, dà ad una certa, rumorosa parte dei media esattamente quello che vogliono.
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Rachel ha quindi aggiunto:
Se i vostri crimini sono abbastanza eclatanti, una società di media potrebbe accaparrarsi i diritti della vostra storia prima del processo, in modo che possiate permettervi l’avvocato di vostra scelta, uno abbastanza abile da minimizzare la vostra pena. Potreste essere pagati così tanto che anche dopo che i vostri fondi sono stati congelati e le vittime sono state rimborsate, vi rimarrebbe comunque del contante. E, non solo: se la fama è ciò che cercate, vi sarete costruiti un “marchio”, ottenuto visibilità e trovato un pubblico su cui far leva per future opportunità.
Inventing Anna ha debuttato su Netflix lo scorso 11 febbraio. Trovate tutte le informazioni nella nostra scheda.
Fonte: ScreenRant
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