Negli ultimi tempi hanno fatto discutere le condizioni di lavoro degli artisti degli effetti visivi a Hollywood. Nulla di particolarmente inedito, in realtà, ma mentre sceneggiatori e attori sono in sciopero per vedere migliorare le loro condizioni lavorative ed economiche nel mutato contesto industriale, gli artisti degli effetti visivi devono ancora organizzarsi in sindacati.

La situazione ha però raggiunto un punto di rottura: un anno fa erano state rivolte accuse pesanti di sfruttamento da parte degli artisti, che avevano ricevuto il sostegno tra gli altri di Tatiana Maslany e della regista di She-Hulk. A marzo, poi, è arrivato il licenziamento di Victoria Alonso, dirigente dell’area post-produzione dei Marvel Studios.

In un interessante speciale pubblicato da Indiewire, vengono approfondite le condizioni in cui alcuni di questi artisti si sono trovati a lavorare, in particolare nei mesi della pandemia. A dar voce ad alcuni racconti è Mark Patch, coordinatore agli effetti visivi di film come Tenet che si è unito al sindacato IATSE per contribuire alla sindacalizzazione del suo settore, in particolare per quegli impiegati che pur essendo definiti freelance devono essere sul set ogni giorno:

Uno dei motivi per cui a mio avviso veniamo definiti erroneamente freelance è il fatto che legalmente controlliamo in autonomia il nostro lavoro, l’equipaggiamento che utilizziamo e gli orari di lavoro, ma nei fatti ci viene richiesto dagli studios di andare sul set e partecipare alle riprese. Questo, di fatto, ci rende impiegati.

L’accordo di base degli artisti degli effetti visivi includerà quindi uguaglianza con gli altri lavoratori, contributi pensionistici, limiti di orari, rimborsi per i pasti e assicurazioni sanitarie: protezioni che, al momento, questo settore non ha mai previsto. L’obiettivo dell’inclusione a IATSE è avere un contratto triennale che regoli i diritti contrattuali base come gli altri sindacati.

Parlando dei Marvel Studios, Patch spiega che è uno dei datori di lavoro più esigenti, che però tende a coinvolgere le stesse persone serie tv dopo serie tv, dando una notevole regolarità all’impiego.

Contattata da IndieWire, Alexandra Rebek, coordinatore agli effetti visivi che attualmente sta lavorando alla seconda stagione di Loki, ha raccontato che per The Falcon and the Winter Soldier le persone sono state costrette a lavorare 75 giorni di fila, ottenendo delle pause “solo quando avevano degli esaurimenti nervosi”:

Non credo che questo sia accettabile. Non so come sia possibile far lavorare le persone in queste condizioni. Era la prima serie tv Marvel, capisco, ed era durante il Covid, quindi molti fattori non erano a nostro favore. Questo non mi ha comunque impedito di tornare a lavorare nelle serie Marvel successive, e le condizioni furono molto migliori. Quindi non penso sia un problema della Marvel, ma di una serie tv o di un’altra: le cose possono andare a finire malissimo in certi casi. Però non voglio che succeda più una cosa simile, perché è inumana. Non è una cosa normale.

C’è voluto molto tempo, ma alla fine Patch, Rebeck e altri sindacalisti sono riusciti a convincere la maggioranza dei loro colleghi che era possibile unirsi a IATSE. Ed è così che i lavoratori dei Marvel Studios che si occupano di VFX hanno votato per la prima volta a favore della sindacalizzazione all’interno dell’organizzazione IATSE, e presto potrebbe toccare a tutti gli impiegati della Disney che lavorano nello stesso settore.

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