Nonostante le speranze espresse dallo showrunner di The Flash in una recente intervista, è innegabile che, con il finale della serie della prossima settimana, si concluderà un’era, cosa che avviene peraltro in un momento di profondo cambiamento per The CW, il network che è riuscito a fare con universo televisivo condiviso ciò che il cinema sta ancora sperando di raggiungere.

A prescindere dalla qualità dei prodotti dell’Arrowverse, andata decisamente calando con il tempo e dopo le prime 3/4 stagioni di ognuno degli show che l’hanno composto, è infatti innegabile che Greg Berlanti e Marc Guggenheim siano riusciti in un’impresa notevole quando hanno creato l’Arrowverse, un universo composto da 6 show live action e 2 serie animate ed un numero considerevole di crossover, la cui storia d’origine è curiosamente ricordata in maniera diversa da Berlanti e da Stephen Amell, interprete di Arrow, la capostipite dell’universo berlantiano.
Secondo il primo, infatti, al momento di introdurre il personaggio di Barry Allen in Arrow, non era esattamente cosciente di ciò che sarebbe successo dopo ed inizialmente sperava solo di poter usare saltuariamente questo come altri personaggi della DC in quello show.
Stephen Amell invece ricorda di aver ricevuto una telefonata di Greg Berlanti, subito dopo la fine della 1^ stagione del suo show, in cui gli veniva annunciato che avrebbero introdotto Barry Allen nella serie e che la loro intenzione era quella di creare la Justice League in TV, cosa che poi è stata fatta con i crossover evento che sono stati il culmine di questo progetto.

Considerata quindi l’importanza dell’occasione, cioè la fine ufficiale dell’Arrowverse, Entertainment Weekly ha dedicato a The Flash un approfondimento esclusivo, lasciando la parola al suo protagonista indiscusso, Grant Gustin, interprete di quello stesso impacciatissimo personaggio che, ben 10 anni fa, si era presentato a Starling City, nell’8° episodio della seconda stagione di Arrow, intitolato The Scientist, che diede il via alla serie che si concluderà la prossima settima, dopo 9 anni e 184 episodi, diventando ufficialmente lo show più longevo dell’Arrowverse.

La decisione di dire addio alla serie per Gustin non è stata apparentemente facilissima e già in un paio di occasioni aveva provato ad appendere il suo costume al chiodo. Inizialmente il cast aveva firmato un contratto di 6 anni, esteso poi a 7. Dopo il suo matrimonio, durante la 5^ stagione, e la nascita della figlia, durante le riprese della 7^, ed in seguito al fatto che che Arrow stesso si era concluso dopo 8 anni, l’attore avrebbe voluto staccare la spina, ma Berlanti lo aveva convinto a rimanere ancora un po’.
A due settimane dalla conclusione delle riprese dell’8^ stagione, però, l’attore ha fatto sapere a Berlanti, allo showrunner Eric Wallace, all’allora presidente del network Mark Pedowitz e all’Amministratore delegato della Warner Bros. TV, Channing Dungey, che la 9^ stagione sarebbe stata la sua ultima.
Nonostante in molti avrebbero voluto raggiungere il giro di boa dei 10 anni, secondo Gustin, per il fatto che il suo personaggio ha debuttato nel 2013 in Arrow, quell’obiettivo era già raggiunto ed in generale, per lui, era il momento giusto per concludere l’avventura, perché tutti i personaggi avevano raggiunto la giusta maturità e non c’erano più molte storie da raccontare.

D’altronde, già 3 anni prima, con Crisi sulle Terre Infinite, si era raggiunto il picco dell’Arrowverse e da quel momento in poi la strada è stata in discesa. Arrow si è concluso nel 2020, seguito l’anno successivo da Supergirl e Black Lightning e nel 2022 sia Batwoman che Legends of Tomorrow sono state cancellate da un network ormai già in trasformazione. Il proverbiale colpo finale è arrivato quando nell’ultimo episodio della 2^ stagione di Superman & Lois, è stato annunciato che i personaggi che animavano questo show non erano gli stessi di Terra Prime che avevamo sempre conosciuto e che la serie non era quindi parte dell’Arrowverse.

All’annuncio di Gustin di voler abbandonare il suo ruolo, è seguito quello del network che ha scelto di concedere 13 episodi alla stagione finale di The Flash e poi la decisione della star della serie, da vero leader che si prende le proprie responsabilità, di comunicare lui stesso al resto del cast la notizia, Candice Patton compresa, la sua compagna sullo schermo per tutti quegli anni. L’attrice lo ha tranquillizzato facendogli sapere che se lui non avesse deciso di andare via, per lei sarebbe stata stata comunque l’ultima stagione, una dichiarazione che non giunge esattamente inaspettata, considerato come l’attrice abbia più volte lamentato quanto lavorare a Vancouver fosse ormai diventato un peso per lei, aggravatosi nel periodo della pandemia, che l’aveva costretta a stare lontana dalla famiglia senza poterli rivedere per mesi a causa delle restrizioni di viaggio.

Danielle Panabaker, interprete di ben tre diversi personaggi in 9 anni, Caitlin Snow, Killer Frost e Khione, invece, inizialmente non gli avrebbe creduto perché Gustin le aveva annunciato già più volte la decisione di lasciare il ruolo, ma quando la notizia è stata ufficialmente pubblicata dalla stampa, ha dovuto ricredersi.

Il resto del cast, sebbene dispiaciuto, ha compreso le motivazioni di Gustin e sebbene Wallace avrebbe voluto raggiungere i 200 episodi, ha anche dichiarato di essere cosciente di come tutto il cast e la troupe siano dei privilegiati, per aver avuto un preavviso di un anno per non lasciare nulla in sospeso e chiudere degnamente lo show. Wallace sarebbe comunque in un tale stato di negazione, così lui stesso ammette, da aver detto all’attuale showrunner di Superman & Lois Helbing – che ha guidato The Flash dalla 2^ alla 5^ stagione – che il suo show, ormai, è tutto ciò che rimane di questo universo condiviso e che se otterrà un rinnovo dovrà tenerne alto il nome. Considerata tuttavia la velocità con cui Nexstar si sta liberando delle serie del network, cancellandone una dopo l’altra, è probabile che Helbing abbia altre preoccupazioni su cui concentrarsi al momento.

In quanto al finale di stagione, diviso in 4 episodi, l’ultimo dei quali andrà appunto in onda la prossima settimana, ha riservato qualche sorpresa durante le riprese perché Gustin, che era riuscito fino a quel momento a non prendere mai il Covid, è dovuto rimanere bloccato a casa con un test che ha continuato a risultare positivo per ben 10 giorni, anche se lui si sentiva più che bene ed in grado di girare, il che ha obbligato la produzione a dover fare i giocolieri con il calendario di riprese in un finale in cui torneranno molti volti conosciuti, ma non quello di Carlos Valdes, interprete di Cisco Ramon. L’attore avrebbe voluto essere presente per l’occasione, ma proprio mentre si girava il finale di serie, lui era impegnato sul set della rom-com di Hulu Up Here, cosa che gli ha reso impossibile raggiungere i suoi amici. 

Di questa esperienza Grant Gustin porta a casa molti ricordi, ma anche uno speciale prop, quello stesso anello di The Flash giunto al suo personaggio dal 2049 al fine di contenere il suo costume scarlatto. Gustin ha spiegato come sapeva che avrebbe preso qualcosa per sé dal set, ma non aveva ancora deciso cosa fino a che quell’anello non è tornato a casa con lui l’ultimo giorno di riprese ed anche se ha qualche difficoltà ad indossarlo a causa, apparentemente, delle sue nocche un po’ troppo grandi.

Il fatto che girare la sua ultima scena non sia stato poi difficile come avrebbe pensato, emotivamente parlando, per lui, che si è sempre considerato una persona sensibile, è solo stato il segno che la sua decisione di fermarsi era stata quella giusta e che era arrivato davvero il momento di salutare un personaggio che lo ha accompagnato per 10 anni della sua vita.

Il finale di serie di The Flash, intitolato A New World Part Four, andrà in onda negli Stati Uniti mercoledì 24 maggio. La stagione è ancora inedita in Italia.