La seconda stagione di The Witcher, uscita su Netflix ormai due settimane fa, inizia col botto eliminando un personaggio iconico della saga di romanzi e di videogiochi: Eskel (Basil Eidenbenz), amico fidato di Geralt (Henry Cavill) e suo compagno Witcher.

Nella serie, Geralt è costretto a uccidere Eskel dopo che viene contaminato da un Leshy e diventa a sua volta un mostro-albero. Il suo è un ruolo centrale e molto amato dai fan, e così questi ultimi hanno reagito in maniera piuttosto “vocale” sui social contro questa decisione a dir poco sorprendente.

Lauren S. Hissrich, showrunner e capo sceneggiatrice della serie, ieri ha pubblicato un lungo thread su Twitter per rispondere alle richieste di spiegazioni dei fan e far capire meglio il motivo per cui sono state fatte certe scelte, ampliando un discorso iniziato già nell’aftershow della serie.

Lo traduciamo per voi:

Parliamo di Eskel.

Ma prima, parliamo di Geralt. È stato scritto dappertutto che volevamo indagare un lato più profondo di Geralt in questa stagione, svelando strati della sua intelligenza e vulnerabilità e, soprattutto, come è stato formato dalla famiglia che lo ha cresciuto.

Nei romanzi, Geralt lottava con cosa significava essere non solo fisicamente responsabile per Ciri, ma anche emotivamente. Nella serie, sia come sceneggiatura che come interpretazione, Geralt aveva già imparato molto sull’amore e l’essere amato, grazie ai suoi fratelli e a Vesemir.

Il conflitto per il nostro Geralt non era quindi come essere un padre, ma fin dove si sarebbe spinto per proteggere la sua figlia della sorpresa.

Articolare il viaggio di Geralt sullo schermo poneva una grande sfida per noi: ovvero che in Sangue degli Elfi passa la maggior parte del tempo a prendersi cura di Cirilla e cercare di capire l’ampiezza di ciò che aveva promesso a Calanthe, e di come avrebbe potuto proteggere meglio la ragazza da minacce futuro che non si erano ancora presentate. Sulla carta, è uno splendido viaggio, lento e costante, su come un Witcher diventa un padre. Ma abbiamo dovuto aggiustare questo viaggio. E dopo aver scritto molte bozze degli episodi ci siamo resi conto che la maggior parte del pubblico non è interessata a guardare 8 episodi di personaggi che guardano, aspettano e reagiscono, figuriamoci il protagonista solitamente associato al concetto di spada / avventura / vasca da bagno.

I libri possono dare un’impressione diversa, lo capisco.

Ma avevamo una manciata di sceneggiature che sembravano troppo lente per coinvolgere davvero gli spettatori dopo quelli che sapevamo essere stati due anni di attesa. Quindi come potevamo mostrare la crescita di Geralt pur inserendo tutti gli alti e i bassi e i colpi di scena e la devastazione e l’azione che il pubblico moderno si aspetta? Aggiungete l’idea di un mistero che Geralt aveva bisogno di risolvere per imparare qualcosa di più sui poteri di Ciri. E inserite anche l’idea che questo mistero si sarebbe dovuto svolgere nel luogo dove Geralt si sarebbe sentito più protetto e al sicuro: casa.

Con la sua famiglia. Con le persone che conosce meglio.

Cosa succede quando una di queste persone torna a casa e si comporta in maniera completamente diversa da quello che si aspetta Geralt? Uno dei miei momenti preferiti sullo schermo è quando Geralt abbraccia per la prima volta Eskel. La preoccupazione e la confusione sul suo volto dicono: “Tutto ok?” No, non è tutto ok.

Eskel è stato infettato da un mostro che ancora non conosciamo, che è legato a Ciri in un modo che ancora non capiamo e che non capiremo per un pezzo. Ma da quel momento Geralt sa che questa persona che conosce bene si comporta in maniera stana: è cattivo, grezzo e disobbedisce alle regole di Kaer Morhen portando delle donne, mancando di rispetto ai fratelli con cui condivide una storia profonda. La storia si evolve, come avrete visto. Eskel ammette di essere tornato a casa per avere aiuto da Vesemir e dai suoi fratelli, ma l’infezione lo ha ormai intaccato in profondo e si è perso. Geralt prende una decisione che gli spezza il cuore: sacrifica Eskel per salvare Vesemir.

E ora abbiamo un mistero per Geralt: cosa è successo a Eskel? E come tutto questo è legato a Ciri?

E c’è anche un dilemma più ampio che si svolge per tutta la stagione: quanto oltre si spingerà Geralt per proteggere la ragazza che rappresenta il suo destino? Cosa vince, essere un Witcher o essere un padre? Può salvare entrambe le cose? E come?

Avevamo scritto molti flashback dedicati a Eskel, per mostrare al pubblico quanto fossero legati lui e Geralt in passato. Spero di poterci tornare in futuro.

Detto questo, ai fan manca Eskel. Lo capisco. E capisco che abbiamo preso una decisione per motivi narrativi, per “attivare” Geralt. C’è un modo giusto e uno sbagliato? Forse per i fan. E forse il tempo ce lo dirà.

Ora vado a vedere House of Gucci. La nostra famiglia se la caverà meglio della loro – perché essendo sopravvissuti al dolore della seconda stagione, si riunirà nella terza. E avendo ormai spiegato l’importanza che hanno queste relazioni famigliari per Geralt, non penso che il nostro viaggio con i fratelli Witcher di Kaer Morhen sia concluso…

Potete rimanere aggiornati su tutte le novità sul mondo di The Witcher grazie ai contenuti pubblicati nella nostra scheda.

 

 

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