La serie Veleno, prodotta da Amazon e ispirata all’omonimo podcast, ha portato sugli schermi televisivi gli eventi al centro dell’inchiesta sui “Diavoli della Bassa” e Davide, che era stato il primo bambino a sostenere di aver subito violenze e abusi, ha ora rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui parla di quanto accaduto.

Il ragazzo, che nel 1997 aveva 7 anni, ha spiegato perché i nomi e le ricostruzioni che aveva fatto erano totalmente frutto di invenzione a causa della pressione mentale subita durante i colloqui con la psicologa e gli assistenti sociali.

Il bambino era stato dato in affidamento, a causa dei gravi problemi economici della sua famiglia, dai servizi sociali di Mirandola. Davide, come previsto, tornava però spesso a casa e un giorno, dopo aver visto la madre naturale molto triste, era tornato dai genitori affidatari “molto cupo”. La donna, diventata poi la madre adottiva, si è quindi convinta che fosse stato maltrattato dai genitori naturali e sono quindi iniziati i colloqui con i servizi sociali che duravano anche otto ore:

La psicologa e gli assistenti sociali mi martellavano fino a quando non dicevo quello che volevano sentirsi dire. Io avevo anche paura che, se non li avessi accontentati, sarei stato abbandonato dalla mia nuova famiglia, e così inventai. Inventai tutto. Abusi e cimiteri, violenze e riti satanici. Ora ho trovato finalmente il coraggio di dire la verità.

La madre affidataria, come ricorda Davide, era convinta che fosse tutto vero perché credeva che un bambino non potesse inventarsi situazioni come quelle raccontate agli assistenti.

Davide, che nella serie è rappresentato dal personaggio chiamato Dario, ha ricordato:

‘Coraggioso’ era la loro parola preferita e un giorno la psicologa aveva fatto un incontro con gli altri ragazzi, quelli che avevano poi detto le stesse cose, e mi ha detto ‘Questi sono i bambini che hai salvato’. E io non mi sono sentito felice, mi sono sentito morire dentro. Io non avevo salvato proprio nessuno.

Il ragazzo, che ha sempre avuto dei sensi di colpa per aver fatto condannare suo fratello e i suoi genitori, quando è uscito Veleno ha chiesto scusa e ha voluto riallacciare i rapporti con i membri della sua famiglia, ma la madre adottiva non ha mai accettato questa scelta. Ora Davide è seguito da un avvocato e da uno psichiatra che ha stabilito che è una persona capace di intendere e volere, e i suoi problemi con le dipendenze sono causati dai diverbi e dalle tensioni in famiglia e non ha problemi mentali o bisogni di farmaci.

Veleno è la docu-serie true-crime italiana in cinque episodi, ispirata al libro Veleno. Una storia vera di Pablo Trincia (edito da Einaudi, 2019). Scritto e diretto da Hugo Berkeley, il progetto è prodotto da Fremantle Italy ed Ettore Paternò ne è l’executive producer. Fremantle ne gestisce inoltre i diritti di distribuzione internazionale.

Veleno racconta le vicende incentrate sui fatti accaduti a Mirandola, Finale Emilia e Massa Finalese, in nord Italia, tra il 1997 e il 1998. Oltre venti persone furono accusate di far parte di una setta chiamata “I diavoli della Bassa Modenese” che, secondo l’accusa, sarebbe colpevole di pedofilia e violenza nei confronti di sedici bambini. Dalla denuncia di uno dei bambini seguì una vasta indagine della Polizia italiana che portò all’allontanamento definitivo di tutti i ragazzini dalle proprie famiglie.

Fonte: La Repubblica

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