Ryan Reynolds e Rob McElhenney hanno parlato in una lunga intervista rilasciata a Variety della docuserie Welcome to Wrexham.

La star di Deadpool ha spiegato:

Se si leggono solo i titoli, probabilmente si pensa: ‘Oh, questa serie sarà divertente. Sarà una storia in stile pesce fuor d’acqua su due idioti del mondo dello spettacolo che arrivano, falliscono e imparano lungo il percorso’. Ma lo show non ha letteralmente noi al centro, è la città al centro.

Le puntate seguono i giocatori della squadra di calcio, gli allenatori, i proprietari dei pub, i fan e i membri della comunità alle prese con la nuova attenzione mediatica, storie di delusioni e resilienza.

McElhenney ha sottolineato:

C’è un tipo specifico di speranza che nasce dall’unità, e dall’unire una comunità, e il calcio alla fine diventa una metafora di tutto quello.

Negli episodi si dà spazio a molte storie di chi ha un legame di qualche tipo con il football club e Ryan ha ribadito l’importanza di ascoltare, aggiungendo:

Siamo stati davvero fortunati perché anche se non si fa il tifo per Rob o Ryan, è piuttosto difficile non fare il tipo per questa città.

Reynolds ha poi aggiunto che è stato strano spiegare agli abitanti della città il progetto della docuserie:

La verità è che non sapevamo nulla quando siamo arrivati qui. Sapevamo che il nostro cuore era al posto giusto, che il nostro progetto aveva loro al centro, non noi. Ma, oltre a questo, non avevamo nemmeno un indizio su quello che avremmo fatto. Poi si inizia a vedere quello che funziona e ad annaffiare un po’ di più quelle piante e vederle crescere. Improvvisamente le persone stanno accogliendo le telecamere e si sono rese conto che stanno comunicando la storia di Wrexham al resto del pianeta.

La star canadese ha ammesso che inizialmente non si sentiva a proprio agio all’idea di una docuserie e, solo a metà delle riprese, è riuscito a lasciarsi andare e mostrare le proprie emozioni.
McElhenney ha ricordato:

Le persone pensano che, essendo abituati alle telecamere intorno a noi, siamo a nostro agio nell’avere le telecamere impegnate a documentare la nostra vita privata, ma non c’è niente di più distante dalla realtà. Ti mette in una posizione davvero vulnerabile, perché non hai nessun posto dove nasconderti e tutto quello che le persone vedono è chi sei. Quello che si vede nello show è Ryan, sono io e quella città.

Rob ha aggiunto che, essendo un produttore, ha il potere di decidere quale materiale ritrarre nelle puntate e cosa mostrare, avendo molta empatia e rispetto per le persone che, dopo la messa in onda degli episodi, hanno espresso la propria gratitudine per non essere state “sfruttate” in ogni modo.

McElhenney ha quindi spiegato che in alcuni momenti si è deciso di non mostrare alcuni passaggi di quanto accaduto, come il cambiamento nel team degli allenatori o quanto successo ai giocatori il cui contratto non era ancora stato rinnovato, focalizzandosi invece con le decisioni prese ai vertici per rispetto nei confronti di chi stava affrotando dei veri problemi.
Reynolds ha poi spiegato che Welcome To Wrexham non mostra una città alle prese con le conseguenze della pandemia, ma piuttosto mentre emerge dall’epoca post governo Thatcher, essendo stata quasi spazzata via, non avendo più industrie e dovendo cercare di sopravvivere a livello economico.

Rob ha ricordato come la mancata promozione avesse reso complicato il montaggio della prima stagione, essendo consapevoli che non c’era un lieto fine:

Forse stavo cercando di giustificare la perdita in modo da sentirmi meglio, ma mi ricordo di aver avuto molte conversazioni con Ryan in cui dicevo: ‘Sapevamo di avere una seconda stagione già annunciata, e sapevamo che avremmo iniziato a girare di nuovo dopo pochi mesi… Come proprietario della squadra questo è terribile. Ma come narratore, non è davvero così male?’.

La star di It’s Always Sunny in Philadelphia ha fatto un paragone con Rocky, ricordando che l’importante non era se avesse battuto oppure no Apollo Creed, ma il fatto che avesse continuato a combattere. Ryan, dopo aver ricordato che non ha alcun rimpianto, ha sottolineato di essere grato per le esperienze vissute nella prima stagione, avendo gettato le basi per quanto accaduto nel secondo anno.

Che ne pensate delle dichiarazioni di Ryan Reynolds e Rob McElhenney riguardanti la docuserie Welcome To Wrexham?

Fonte: Variety

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