Nel corso di una set visit a Barcellona sul set della serie Maradona: Sogno benedetto, abbiamo potuto intervistare il cast dello show. Tra gli altri, abbiamo incontrato Leo Sbaraglia (Guillermo Coppola), Martín Piroyansky (Ricardo Suarez) e Peter Lanzani (Jorge Cyterszpiler). I tre attori ci hanno raccontato il loro rapporto con il personaggio da loro interpretato e come si sono preparati per il ruolo.

Le parole di Leo Sbaraglia:

Il mio personaggio è Guillermo Coppola che è stato il manager di Diego Armando Maradona tra la metà degli anni ’80 e gli anni ’90.

L’attore ha descritto il proprio personaggio come un grande edonista, una persona che ama godersi la vita e ha un grande carisma. Il suo rapporto con Maradona viene descritto come di grande amicizia, qualcosa che va al di là del puro rapporto professionale. A questo proposito l’attore ha anche ricordato una causa avuta in Argentina tra i due che tuttavia, al momento della mediazione, si risolse in un abbraccio.

Per prepararsi alla sua interpretazione, Leonardo Sbaraglia ha avuto anche la possibilità di incontrarsi direttamente con Guillermo Coppola:

Ci siamo visti varie volte. E lui ha collaborato molto con me, mi ha dato una mano anche affinché io potessi familiarizzare con la sua gestualità. Lui oggi è molto attivo in Argentina, oggi lavora per una catena sportiva, fa parte dell’organizzazione, lavora anche in una trasmissione radiofonica, è molto presente sui media.

L’attore ha poi esaltato il reparto costumi della serie tv e il grande lavoro svolto dietro le quinte. In particolare riferito al proprio personaggio, vanitoso e con un guardaroba molto fornito.

Ricardo Suarez è invece il nome fittizio scelto per raccontare la vera figura di un giornalista che fu molto vicino a Maradona nel corso della sua carriera calcistica. Si conobbero quando ancora Maradona giocava nelle giovanili dell’Argentina e il loro rapporto crebbe nel corso degli anni. Finché, come ha raccontato lo stesso Martín Piroyansky non fu Maradona a chiedergli di diventare suo portavoce ufficiale.

Sul suo rapporto con il vero Maradona:

Mi affascina il fatto che un calciatore può essere il migliore giocatore del mondo, ma non necessariamente essere carismatico. Che è ad esempio il caso di Messi. Io trovo incredibile che un giocatore così fantastico abbia anche questo carisma. E che abbia questa personalità che è unica.

L’attore ha raccontato di aver preparato il proprio personaggio analizzando il ruolo psicologico che avrebbe avuto all’interno della trama. Anche in questo caso, come per il personaggio di Maradona, ci sono più attori a interpretare la figura, raccontata in varie fasi della sua vita. E l’attore ha confermato di essersi confrontato anche in questo caso con l’altro interprete.

Jorge Cyterszpiler fu manager di Maradona fino agli anni ’80. Come in altri casi, anche qui il rapporto professionale si mescola senza soluzione di continuità con quello umano e con l’amicizia. Peter Lanzani ha raccontato così questa figura e la sua preparazione:

Abbiamo ripetuto molto, con il regista e con gli attori. Il mio è un ruolo che ha tante caratteristiche e una di queste è che lui zoppica. Mi sono dovuto allenare molto per trovare il movimento esatto del personaggio. Ho lavorato molto col regista, ho cercato di entrare in contatto con tutto questo mondo e con le sue atmosfere. Con quello che si voleva raccontare e con il modo in cui si voleva farlo. Cercando di essere all’altezza di quello che dice la sceneggiatura, trattandosi però di un personaggio così noto.

Peter Lanzani ha descritto il suo personaggio e in particolare il suo rapporto con Maradona come molto drammatico. Ha dichiarato che Cyterszpiler rappresenta un collegamento tra il mondo da cui proviene Maradona e quello verso cui sta andando.

Per raccontare con la giusta sensibilità una storia così drammatica è importante la sceneggiatura naturalmente. Una che potesse abbracciare tutti questi momenti diversi nella vita di Maradona. E parlare dei legami e di cosa questi significano. Cioè qual è il ruolo di Jorge nella sua vita e capire il mondo nel quale stavano entrando, un mondo che nemmeno loro capivano del tutto. È difficile replicare tutto questo ma, come attore, è questa la sfida. Si tratta di uscire dalla propria comfort zone e tutte le difficoltà che man mano sorgono sono quelle che ti fanno migliorare.

La serie è ambientata in location diverse, logicamente molto cambiate nel tempo. Una sfida è stata quindi quella di lavorare sulle ambientazioni per renderle d’epoca. Il regista ha aggiunto anche che tanti impianti non sono oggi quelli degli anni ’80 e quindi si è dovuto intervenire, anche tramite un lavoro di effettistica, per aggiungere o togliere particolari sia negli stadi che nelle città (Barcellona in questo caso).

Tutte le notizie sulla serie sono nella nostra scheda.

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