La recensione dell’episodio 9 della stagione 6 di Better Call Saul, intitolato Giochi e divertimento, disponibile su Netflix.

La calma dopo la tempesta

Si può tornare alla normalità dopo essere stati a un passo dalla morte? La quotidianità può cancellare il trauma di aver visto un amico morire davanti ai propri occhi, in parte per colpa tua? Dopo una cavalcata lunga otto episodi, conclusasi con la morte di Lalo Salamanca la scorsa settimana, la nona puntata, Giochi e divertimento, è l’occasione da una parte per riprendere fiato e, dall’altra, per affrontare le drammatiche conseguenze di anni e anni di doppi giochi, piani criminali e bugie.

Calma apparente

Si scende a patti con quanto successo nelle puntate precedenti, in questo episodio. Si affrontano traumi, sensi di colpa e problemi da risolvere.

Nonostante Mike e i suoi uomini l’abbiano rimesso a nuovo, la sera dopo la tragedia Kim non riesce a restare nel suo appartamento e con Saul si reca a dormire in un motel. La donna è palesemente la più sconvolta dei due, Saul cerca di consolarla e di convincerla che con il tempo riusciranno a non pensare più a quello a cui hanno assistito. Ma il primo a non crederci sembra proprio lui.

Calice amaro

Nel frattempo, Gus Fring si reca alla villa di Don Eladio e riesce a superare l’ultimo esame che gli permette di lasciarsi alle spalle la sua guerra con Lalo: in mancanza di prove, di fronte a Juan Bolsa e i gemelli, il suo boss sembra credere all’innocenza di Fring in merito all’omicidio di Lalo. Fring ottiene così non solo la vittoria definitiva contro Don Hector (che viene portato via dal bordo piscina della villa di Eladio mentre continua insistentemente a suonare il campanello, proprio come farà quando porterà alla morte Fring anni dopo) ma anche maggior potere direttamente dal boss che, in futuro, ucciderà nello stesso punto della sua proprietà nel quale, alla fine della scena, gli stringe la mano. Un trionfo talmente perfetto per il direttore di Los Pollos Hermanos da portarlo ad abbassare la guardia e a perdere il suo autocontrollo. Fring si reca infatti a un elegante locale dove inizia a parlare amichevolmente con il sommelier di sua conoscenza e a bere vino costoso. Solo dopo qualche minuto si rende conto che si sta concedendo troppa tranquillità e decide di abbandonare in fretta e furia il locale.

Giustizia o vendetta?

Nel corso della stessa serata, Mike è nella sua abitazione, dove cerca invano di rilassarsi davanti a una partita di baseball. Soldato ligio al dovere, capisce però di non essere più in grado di tenere per sé la verità sul destino di Nacho e decide di recarsi al posto di lavoro del padre del ragazzo ucciso. Lo mette al corrente della morte del figlio e gli garantisce che non dovrà più preoccuparsi dei Salamanca, nei confronti dei quali presto sarà fatta giustizia. Spinto dal dolore, l’uomo, prima di lasciare Mike, lo accusa di parlare della vendetta come se si trattasse di giustizia, come tutti i criminali che non si rendono conto di fare parte di un circolo infinito di violenza e morte.

Arrivederci amore ciao

Facendo buon viso a cattivo gioco, Saul e Kim partecipano a una veglia in onore di Howard presso gli uffici della Hamlin, Hamlin & McGill. I due parlano con Rich, che li mette al corrente del fatto che la HHM sta per cambiare nome e ridurre personale, notizia che riempie di tristezza Saul che riflette sulla perdita dell’eredità di suo fratello Chuck. La coppia porge poi le condoglianze alla vedova di Howard, l’unica che non sembra accettare l’idea che il marito potesse essere sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. In un momento di lucido egoismo, Kim mette in crisi le certezze della donna raccontandole un episodio completamente inventato nel quale, anni prima, aveva visto Howard sniffare droga nel suo ufficio. Nessuno ha obbligato Kim a raccontare questa storia. La donna sembra essersi resa conto di non essere più se stessa, di aver fatto un passo di troppo in una direzione che sapeva già essere sbagliata. Questo la porta a prendere la decisione più importante della sua vita: il giorno dopo, abbandona un caso in tribunale comunicando al giudice di aver dato le dimissioni da avvocato. La notizia arriva a Saul che corre ad affrontare sua moglie a casa, dove però la trova intenta a preparare i bagagli per lasciarlo. Kim gli confessa di aver saputo da tempo che Lalo fosse vivo e gli dice che insieme sono in grado soltanto di fare del male a se stessi e agli altri, sancendo di fatto la fine del loro matrimonio e della loro vita insieme.

Ritorno al futuro

No. Kim Wexler non è morta di una morte violenta come molti fan di Better Call Saul si aspettavano, preoccupati, che sarebbe successo. La sua assenza in Breaking Bad è dovuta al suo allontanamento volontario da Saul. È inevitabile che l’abbandono della moglie rappresenti un trauma devastante per l’avvocato. Nell’ultima sequenza, la serie fa un salto in avanti nel tempo e ci mostra il Saul Goodman che abbiamo imparato a conoscere anni fa in Breaking Bad: si sveglia nel letto della sua sfarzosa villa accanto a una prostituta, si attacca al telefono, subito dedito al lavoro, mentre sceglie gli sgargianti vestiti da indossare, si reca al suo ufficio (sopra al quale ora svetta la Statua della Libertà gonfiabile che abbiamo visto altrove nelle puntate precedenti) dove lo aspettano Francesca, la sua segreteria, e i suoi numerosi clienti pronti a pagare profumatamente il suo eticamente discutibile talento legale, si siede alla sua scrivania pronto a “servire la giustizia”. In compagnia, adesso lo sappiamo, di tutti i suoi fantasmi. In attesa che altre persone arrivino nella sua vita e gliela stravolgano ulteriormente…

Trovate tutte le recensioni di Better Call Saul nella nostra scheda.

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