Quando la serialità europea si incontra con la narrazione di genere emergono sempre delle sorprese interessanti. Atmosfere riflessive e una forma del racconto solenne vengono contaminate dalle regole di scrittura codificate dalla scuola americana, che proprio non si può evitare di prendere come riferimento. Ciò che ne risulta sono ibridi affascinanti (Les Revenants, Real Humans), che hanno la forza delle loro idee e la serietà sufficiente per metterle in pratica. È il caso di Dark, prima produzione tedesca sviluppata per Netflix, che ha debuttato con i suoi dieci episodi sulla piattaforma lo scorso 1 dicembre. Piacevolmente caotica e inestricabile nell’intreccio per molti episodi, la serie si afferma forte della propria identità caratteriale, scavandosi una nicchia di interesse nella mente dello spettatore che, pur non afferrando tutto, ne viene risucchiato.

I fatti si svolgono nella città di Winden, sconvolta dalla scomparsa in rapida successione di due giovani del posto. Le ric...