La recensione di Supersex, la serie di Netflix con Alessandro Borghi che racconta l’ascesa nel porno di Rocco Siffredi

Ci vogliono tre episodi perché Supersex cominci a ingranare, ci vuol cioè che Rocco Antonio Tano, che seguiamo da quando è bambino, scopra il sesso, viva la morte del fratello, si innamori di una ragazza più grande che sta con uno dei suoi fratelli, e infine scappi via a Parigi proprio con questo fratello e gradualmente finisca nel mondo del porno diventando Rocco Siffredi. In quelle puntate la serie sembra innamorata di cose che in realtà sono ben poco significative, usa la debolissima metafora del superpotere, parla di un forte desiderio di andare via ma è anche densa di enfatiche scene madre che non sono mai davvero scene madre, piena di bambini che parlano per sentenze da adulti. Tutto quello che di solito chiediamo di non fare alle serie più sofisticate.

Invece quello che accade dopo è che il racconto prende un’altra marcia. Il mondo del sesso, che poi è an...