Kevin Jensen, il titolo della seconda puntata di The Blacklist: Redemption, non è un pericoloso criminale internazionale ma una persona molto cara a Scottie.

Kevin è infatti il fglio della sua migliore amica, e Scottie ha chiaramente trasferito su di lui i sentimenti materni svuotati dalla perdita di suo figlio (cioè Tom, ma lei non lo sa), di cui Kevin è coetaneo e di cui era, da bambino, amico. Ora Kevin è un giornalista che si occupa di diritti civili in Kyrkistan, stato-nazione al confine orientale della Turchia, ed è stato rapito e torturato con l’accusa di essere un agente della CIA. Scottie sa che non è così, e, chiamata dall’amica e madre di Kevin, decide di intervenire, disposta a passare sopra prima al disinteresse di comodo del governo degli Stati Uniti, e, dopo, all’esplicito divieto di agire intimato dal gabinetto presidenziale.  Anche se si tratta di un oltrepassamento nell’illegalità molto più grave di altre volte, naturalmente la squadra “Gray Matters” segue la sua lead...