È piacevole scivolare con lo sguardo lungo le immagini emblematiche e violente che scorrono nei titoli di testa di True Detective. Sorvolando sulla bellezza quasi ipnotica della sigla, ciò che colpisce è il mosaico di soggetti che si rincorrono, la ricchezza più che emblematica degli accostamenti, la sovrapposizione delle immagini che scuote perché ci consegna sensazioni che sono più grandi della somma delle loro parti. Qualcosa che sembra una croce al neon che illumina uno dei ragazzi che abbiamo visto nella chiesa all’aperto di The Locked Room, le strade notturne che scivolano sul volto di Hart (Woody Harrelson) e che sembrano richiamare i muscoli tesi sul suo viso, il fuoco di una fabbrica che si distende sul corpo consumato di Rust. Momenti che abbiamo già visto, altri che forse non vedremo mai, altri ancora che vediamo in questa puntata, come la spogliarellista del locale dove Cohle (Matthew McConaughey) cerca informazioni.

La creatura di Nic Pizzolatto oscilla quindi tra passato...