La nostra recensione di Tutta la luce che non vediamo, miniserie di Steven Knight e Shawn Levy disponibile su Netflix dal 2 novembre

Vedere non è soltanto un atto fisico. Vedere è comprendere, percepire, empatizzare. Parimenti, per comunicare non basta mettere in sequenza una serie di vocaboli. La comunicazione, in tutte le sue forme, è l’estensione dell’atto del “vedere”, che non passa necessariamente attraverso gli occhi. Tramite le parole, la musica, l’arte e il cinema, cerchiamo di comunicare ciò che vediamo, ciò che sentiamo, ciò che viviamo. Quando un’opera riesce in questo compito, crea un ponte tra l’autore e lo spettatore, permettendo a quest’ultimo di vedere attraverso gli occhi del primo. Ma cosa succede quando questo ponte crolla, quando la comunicazione fallisce?

Tutta la luce che non vediamo avrebbe dovuto essere un viaggio profondo nel cuore dei suoi personaggi, nell’oscurità e nella luce delle loro esistenze, unR...