I protagonisti

Walter White. Un professore di chimica che scopre di avere poco tempo da vivere a causa di una malattia, decide di produrre metanfetamine per non lasciare la famiglia in balia dei problemi economici, finendo per diventare uno dei più spietati e noti signori della droga d’America.

James McGill. Un avvocato dai modi tutt’altro che ortodossi alla costante ricerca dell’approvazione di suo fratello Chuck, legale ammirato e stimato da tutti, e della collega Kim, che resta invischiato in trame criminali più grandi di lui che lo porteranno a diventare un vero e proprio avvocato al soldo dei criminali con lo pseudonimo Saul Goodman.

La fine di un’era

Dopo quattordici anni, 125 episodi e un film, è giunta la fine di una delle saghe televisive più amate di sempre. Ed è evidente che l’universo narrativo creato da Vince Gilligan (e Peter Gould, nel caso della seconda serie) sviluppatosi in Breaking Bad prima e in Better Call Saul in seguito (passando per il film El Camino) sia destinato a restare a lungo nella memoria degli appassionati della serialità televisiva. Questo grazie a numerosi fattori: trame appassionanti scritte con precisione quasi chirurgica, continue sorprese, una tensione a tratti insostenibile, un valore produttivo altissimo. Ma, soprattutto, grazie ai suoi due protagonisti. Walter White e Saul Goodman, interpretati da Bryan Cranston e Bob Odenkirk.

Perdere il controllo

All’inizio di Breaking Bad, Walter White non è una persona cattiva. È, anzi, fin troppo onesto e remissivo. Anche per questo, nel corso di cinque stagioni, la sua caduta agli inferi, il suo perdere la bussola morale, ha incantato e appassionato il pubblico di tutto il mondo. Per quanto possa sembrare assurdo, buona parte del pubblico è riuscita a empatizzare con White, con i suoi disperati tentativi di prendere in mano il suo destino e quello dei suoi cari, di cercare di fare la cosa giusta… fino al punto di rottura. Alla fine di Breaking Bad, Walter White, pur riuscendo a vendicare suo cognato Hank, a eliminare i suoi violenti avversari e a garantire la fuga al suo socio, Jesse Pinkman, muore solo, detestato dalla famiglia per la quale ha rischiato tutto e conosciuto dall’opinione pubblica come un pericoloso criminale che ha avuto quello che meritava.

Redenzione

Jimmy McGill, invece, è sempre stato Saul Goodman. È lo stesso Walter White a dirglielo, in un flashback del finale di Better Call Saul nel quale l’avvocato racconta un raggiro architettato da giovane. Jimmy non è stato costretto ad abbracciare uno stile di vita costantemente sospeso tra legalità e crimine. A lui piace rischiare. A lui piace infrangere le regole. Ed è questo a fargli perdere tutto. Suo fratello. La sua carriera. Kim, sua moglie, quando la donna capisce che lo stile di vita del suo consorte rischia di distruggerli entrambi. E la libertà, quando l’impero criminale di Heisenberg/Walter crolla su se stesso. Forse è per questo che, in molti, si aspettavano una conclusione altrettanto tragica per il pittoresco avvocato. Una sorta di resa dei conti con il destino che gli avrebbe fatto pagare il fio di tutte le sue colpe. Il percorso di Jimmy, invece, si conclude con un’inaspettata redenzione. Nonostante riesca, anche dopo l’arresto, a fregare il sistema legale in suo favore, egli capisce che deve fare un passo indietro e affrontare le conseguenze delle sue azioni quando scopre che Kim, la donna che non ha mai smesso di amare, rischia di pagare a sua volta le sue colpe.

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In prigione. Libero.

La scena in tribunale nella quale Saul Goodman si prende tutte le sue responsabilità e rivendica, finalmente, la sua vera identità, quella di Jimmy McGill, anche in onore del fratello morto a causa sua, è uno dei momenti più intensi, emozionanti e gratificanti mai visti sul piccolo schermo. Con esso, Vince Gilligan e Peter Gould portano a compimento un percorso tortuoso e profondamente stratificato attraverso il quale sono riusciti non solo a creare, contro ogni aspettativa, una serie all’altezza (se non superiore) della precedente, ma anche una storia tanto speculare quanto agli antipodi nella conclusione a quella di Walter White, dimostrandosi due dei nomi più autorevoli dell’intrattenimento audiovisivo del nuovo millennio. È probabile che Jimmy McGill passi il resto della sua vita dietro le sbarre. Ed è giusto così. Ma, allo stesso tempo, è riuscito a ottenere il rispetto dei reietti al fianco dei quali ha passato la sua discutibile carriera (ne è la dimostrazione la bellissima scena sull’autobus che lo porta alla prigione, nella quale tutti i detenuti gridano lo slogan che lo ha reso celebre) che di Kim, la donna alla quale ha rovinato la vita ma alla quale ha dimostrato tutto il suo amore con un sacrificio che l’ha riportata di nuovo al suo fianco. Raramente un prodotto di intrattenimento di massa è stato in grado di mettere in scena in maniera così soddisfacente le mille sfaccettature dell’animo umano. Adesso che la storia è finita, a noi spettatori restano i meravigliosi ricordi di tutti questi anni di storie dal sapore epico e profondamente umano.

E due personaggi che ci accompagneranno per il resto della nostra vita.

Trovate tutte le notizie e le informazioni su Better Call Saul nella nostra scheda.

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