Sin dal suo annuncio, Monarch: Legacy of Monsters ha diviso il pubblico di tutto il mondo. Da un lato, gli appassionati di Godzilla sono balzati sull’attenti, pronti a vivere una nuova opera con protagonista il lucertolone più famoso di sempre. Dall’altro, invece, troviamo coloro che non hanno apprezzato il recente MonsterVerse e che temono nella buona riuscita di una serie TV con così tanta necessità di effetti speciali. Al momento è ancora presto per capire quale delle due “fazioni” abbia ragione. Giorno dopo giorno, però, la visione di Chris Black e di Matt Fraction ci appare sempre più comprensibile.

In occasione del New York Comic Con abbiamo partecipato a uno speciale panel dedicato a Monarch: Legacy of Monsters. Panel al quale è seguita una chiacchierata con il team, che includeva Black e Fraction, accompagnati da Tory Tunnell (Executive Producer), Andy Goddard (Director), Ronna Kress (Casting Director) e Sean Konrad (VFX Supervisor). Siete curiosi di scoprire il reale motivo per cui attendere l’arrivo di questo nuovo capitolo dell’universo di Kong e Godzilla? Non dovete far altro che continuare nella lettura.

Monarch: Legacy of Monsters

MENO PAURE E PIÙ CERTEZZE

Il panel si è aperto con la proiezione del primo episodio della serie. Episodio che ha riscosso grande successo nel pubblico in sala, esaltato dalla messa in scena dei VFX (ancora non definitivi) e dall’ottimo ritmo della vicenda. Senza entrare nel dettaglio per evitarvi qualsiasi spoiler, vi basti sapere che la trama viaggia su più piani temporali, alternandoli in continuazione per raccontare le storie di diversi personaggi. Questo espediente ci permette, entro la fine della puntata, di empatizzare con tutti i protagonisti, rimanendo ingarbugliati nella matassa di indagini, misteri e dilemmi familiari. Il tutto accompagnati dalla paura costante dei kaiju, trattati qui come delle vere e proprie calamità naturali che hanno costretto la specie umana ad adattarsi, rintanandosi in speciali bunker al primo messaggio di emergenza che compare sul display dello smartphone.

Lo affermiamo senza alcun timore: non siamo mai stati affascinati dalla qualità della scrittura dei precedenti film del MonsterVerse. Certo, talvolta ci sono state delle buone intuizioni come limitare la presenza di Godzilla nel primo film di questo nuovo franchise, ma nulla di davvero esaltante. Il punto debole delle varie produzioni, inoltre, sono sempre stati i personaggi, poco interessanti, mal scritti e del tutto trascurabili ai fini della narrazione. Capirete la nostra paura, quindi, nell’approcciarci a Monarch: Legacy of Monsters. Fortunatamente, però, il risultato ci ha sinceramente stupiti. È bastato il primo episodio per dare vita a protagonisti più interessanti di tutti gli altri visti sinora messi insieme. Nei circa 60 minuti di puntata si riesce a empatizzare con i vari personaggi e si rimane con il costante desiderio di conoscere il loro destino. Insomma: dopo aver visto la prima puntata ci approcciamo allo show con meno paure e più certezze. 

Non vi nascondiamo, infatti, di aver fatto parte di quella parte del pubblico esaltata in sala durante alcune sequenze. Un’esaltazione vera e spontanea, che mai ci saremmo aspettati di provare.

Monarch: Legacy of Monsters

L’IMPORTANZA DEI LEGAMI

La successiva chiacchierata con i membri della produzione ha inoltre appianato altri dubbi. Chris Black e, soprattutto, Matt Fraction hanno dimostrato di aver compreso appieno lo spirito del MonsterVerse, affermando però di aver bisogno di personaggi interessanti per portare avanti un racconto. Il celeberrimo scrittore di fumetti ha infatti ribadito come non sia possibile (soprattutto in TV) dare vita a una serie dove Godzilla picchia altri mostri per tutto il tempo. C’è una tensione che va costruita, dei misteri che devono lasciare incuriosito lo spettatore e dei legami che devono essere creati tra opera e fruitore.

Il concetto di “legame”, inoltre, torna continuamente all’interno dello show. Il legame tra questa serie e i film degli scorsi anni, il legame tra le due linee temporali e, infine, anche il legame che unisce due degli attori principali in scena. Stiamo parlando di Kurt Russell e Wyatt Russell, che interpretano rispettivamente la versione adulta e quella più giovane di Lee Shaw. L’idea di avere padre e figlio che vestono i panni del medesimo personaggio in due momenti diversi della storia è tanto brillante, quanto riuscita. Ronna Kress ci ha raccontato di come i due attori abbiano studiato alla perfezione i ruoli, imparando l’uno le battute dell’altro e lavorando sulla mimica del corpo. Kurt e Wyatt sono dovuti diventare un’unica figura, superando il proprio modo di recitare per trovarne uno comune in funzione dello show. Un lavoro estremamente difficile e che non vediamo l’ora di vedere applicato in tutti gli altri episodi della serie.

Monarch: Legacy of Monsters

MOSTRI E SPERANZE

La parola è poi passata a Sean Konrad, al quale abbiamo chiesto l’approccio nella realizzazione dei numerosi nuovi mostri presenti nello show. Il supervisore degli effetti speciali ha affermato come le creature, prima di essere “belle da vedere” debbano avere una funzione nella storia. È solo a quel punto che il team di concept artist inizia a esplorare il mondo animale e quello della criptozoologia per dare vita al loro design. Nell’ultimo trailer, ad esempio, si può vedere un mostro con dei bargigli luminescenti. Konrad ha affermato che quel design è partito da una specie di talpa che presenta un muso simile. Anche le due creature che compaiono all’inizio del primo episodio (che non vi riveliamo per correttezza) sono passate attraverso un’attenta analisi della natura. Analisi che ha permesso agli autori di trovare il design perfetto per adattare i mostri al contesto nel quale avviene la scena.

Monarch: Legacy of Monsters è una serie dal potenziale sconfinato. Una serie che prende quanto di buono mostrato nel MonsterVerse e che lo arricchisce con personaggi interessanti, una storia dal buon ritmo e delle idee davvero ottime. Il tutto accompagnato da effetti speciali incredibili e che non hanno nulla da invidiare ai film visti al cinema. In poche parole, potremmo trovarci di fronte alla versione definitiva di questo franchise. Un franchise che negli ultimi anni ha saputo stupire parte del pubblico, deludendone però altrettanta. Un franchise che, finalmente, sembra aver trovato il modo per mettere tutti d’accordo.

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