Probabilmente, leggendo qui e là, avrete notato più volte che, secondo alcuni, Yellowstone sarebbe uno show conservatore (l’espressione usata negli Stati Uniti è “red-state show“), in questo approfondimento parleremo dunque del perché la serie si sia guadagnata questa reputazione e vi riferiremo cosa abbia da dire in merito il suo creatore Taylor Sheridan.

Il pubblico di Yellowstone

Secondo Laurel Weir, responsabile della ricerca per Comedy Central, Paramount Network e TV Land Yellowstone ha il pregio di dare al pubblico l’opportunità di seguire la vita e le storie di una parte di America che non viene rappresentata spesso in televisione, tanto che la serie avrebbe grande successo e presa in centri come Phoenix, in Arizona, Dallas in Texas, Denver in Colorado, Kansas City in Kansas, Ft. Myers e Jacksonville in Florida, Oklahoma City in Oklahoma e Raleigh, Greenville e Charlotte in Carolina del Nord, tutti Stati notoriamente repubblicani. Se a questo aggiungiamo il passaparola di cui la serie ha beneficiato nei centri minori che costituiscono il cuore dell’America come Abilene in Texas, Boise in Idaho, Cedar Rapids in Iowa, Lexington in Kentucky, Topeka in Kansas ed infine Bozeman in Montana, dove è peraltro ambientato lo show, non è difficile capire perché questa serie si sia guadagnata questa nomea. Nonostante infatti nel paese non vi siano molti proprietari terrieri di un ranch “delle dimensioni del Rhode Island” che possano identificarsi con la famiglia Dutton, il legame con la propria terra, la lotta contro il progresso e, più in generale, i drammi familiari, sono qualcosa in cui quello stesso pubblico si riconosce eccome.

Cosa rappresenta Yellowstone secondo il pubblico americano

Yellowstone è in sostanza la rappresentazione di quella che lo storico americano Patrick Wyman ha definito la “nobiltà americana” composta da miliardari, per lo più bianchi (come è per lo più bianco l’audience della serie), la cui ricchezza è legata al territorio, che si contrappone a quei miliardari la cui ricchezza origina invece da altre fonti e non nella storia stessa del paese che Yellowstone ed i suoi spinoff celebrano.
Il legame con il territorio, la morale conservatrice di questa particolare classe sociale ed in generale l’indiscutibile realtà che questo show si rivolga a quella parte di popolazione americana per cui il secondo emendamento della Costituzione è visto come una religione, ha finito per fare di Yellowstone una sorta di bandiera contro liberalismo e sentimenti “woke“, tanto da definire lo show “televisione di prestigio per conservatori“, il che è in parte vero, così come è vero che questa serie parla in gran parte a quella parte di America che ha votato Trump e che ancora lo venera come un leader.

Che fosse o meno l’intendo di Sheridan, la serie è stata così – in parte ingiustamente – marchiata dalla liberale Hollywood, senza che ne venissero davvero presi in considerazione tutti i pregi, come il fatto che buona parte del suo successo è dovuto alla presenza del carismatico premio Oscar Kevin Costner, che Taylor Sheridan è l’autore di tutto rispetto di prodotti di grande successo come Sicario e Hell or High Water, che in Yellowstone si affrontano in maniera abbastanza imparziale temi scomodi come la corruzione, l’avidità e l’identità razziale, che sono solitamente il porta bandiera di chi oggi, in parte, rigetta questo show e che, sebbene i suoi protagonisti rappresentino indubbiamente il cliché di un certo tipo di America, non significa necessariamente che la serie lo corteggi, tanto che le discussioni che si generano intorno ad essa non sono troppo legate alla politica, ma ai drammi familiari o all’invidia suscitata dal privilegio di chi vive negli spazi aperti ed incontaminati mostrati nello show.
Yellowstone ha in sostanza il merito di raccontare un aspetto della cultura americana, quella dei proprietari terrieri, di coloro che lavorano la terra e gareggiano nei rodeo, che la serialità aveva semplicemente ignorato fino ad ora, motivo per cui la nascita di un prodotto di qualità come questo ha avuto un significativo seguito proprio tra coloro il cui stile di vita rappresenta.

Proprio quest’ultimo aspetto è uno dei più grandi punti di forza dello show che, con i suo rigogliosi spazi aperti, rappresenta una realtà che si contrappone a ciò che solitamente si vede in televisione, tra serie ambientate in uffici, appartamenti cittadini o caotici distretti di polizia, tanto da essere celebrata da molte riviste di settore che inneggiano ad uno stile country e più semplice (sebbene ci sia davvero poco di semplice ed economico nel meraviglioso ranch dei Dutton). E siccome lo stile di vita rurale, di nuovo, negli Stati Uniti è associato all’America più conservatrice, ecco che Yellowstone si è ritrovato suo malgrado ad essere bollato come tale.

La risposta di Sheridan alle accuse fatte all’identità politica di Yellowstone

Si è parlato talmente tanto, nel tempo, dell’identità politica di Yellowstone che, in occasione di un’intervista rilasciata a The Atlantic Taylor Sheridan stesso ha così risposto alle accuse mosse alla serie:

Si riferiscono a Yellowstone come ad uno show conservatore o “show repubblicano” o il Trono di Spade degli Stati rossi (cioè repubblicani) […] ed a me viene da ridere. Penso: “ma veramente?” Lo show parla del dislocamento dei nativi americani e del modo in cui venivano trattate le donne native americane, delle avidità aziendali, della gentrificazione del West e dell’accaparramento delle terre. E sarebbe uno show da stato rosso?

Sebbene sia quindi indiscutibilmente vero che Yellowstone si rivolga ad un pubblico conservatore, non significa necessariamente che lo show prenda delle nette posizioni, mentre è certo che Sheridan ha il merito di aver avuto la capacità di coprire un vuoto, intuendo il vantaggio di celebrare una parte di America ignorata dal mercato dell’intrattenimento, che gli è valso non solo il successo di Yellowstone, ma anche la creazione di un intero, affascinante, franchise.

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