Dopo tre capitoli della serie Souls e una variazione sul tema – Bloodborne – i giocatori ormai sanno cosa aspettarsi da FromSoftware: titoli senza alcuna pietà, che fanno della ripetizione l’unica strada per il successo, nei quali il pad, superate le prime purganti ore di gioco, deve diventare un’estensione della nostra mente. Dark Souls non concede tempi morti, quei pochi millisecondi che il cervello umano impiega per processare l’immagine del televisore e inviare il corretto input ai muscoli delle dita sono già troppi. You died.

Siete morti, di nuovo, ma la colpa è solo vostra, lo sapete bene, quel colpo andava schivato, non parato con lo scudo, mentre avreste dovuto usare l’Estus un po’ prima anziché fare gli arroganti e sperare in un’impossibile passo falso del nemico. Tutte queste cose voi le sapete e le sa pure FromSoftware che, con Dark Souls III, conclude la sua esplorazione del reame di Lothric offrendo ai giocatori un ultimo, imperdibile, viaggio negli abissi del ...