Si gioca a Broforce e si gonfiano le vene, crescono i bicipiti, si allunga la barba, trabocca il testosterone, trabocca quel desiderio di uccidere e distruggere in nome dell’eroismo tipico della produzione cinematografica action degli anni ’80, e come in quel caso è in realtà innocuo, talmente esasperato da risultare trash. Non offre Broforce il fianco al censore rompiballe; offre invece al giocatore uno sparatutto a scorrimento tutto sommato ordinario nelle sue dinamiche, ma che ha come valori aggiunti uno strepitoso cast di trenta eroi, impegnati nella difesa del mondo; dai terroristi, dagli alieni, dal diavolo, tanto per non farsi mancare niente. L’Occidente ha tanti nemici, che ne mettono in pericolo la libertà, e la soluzione è una: piombo.

Il giocatore si approccia a Broforce prendendo in mano il pad come Schwarzenegger prende sulle spalle un tronco d’albero nei primi momenti di Commando: fiero ed eroico, incarnazione della forza, che ahilui risiede nei po...