The Thin Silence vorrebbe prima di tutto raccontare, poi farsi giocare. È facilmente individuabile nella piccola opera di TwoPM Studio una tematica che ne percorre i quattro atti, ovvero la depressione. Il protagonista del gioco è tormentatissimo, scavato dai dubbi e dal rimorso, precipitato in un abisso dal quale fa tanta fatica a rialzarsi. È un abisso figurato ma anche un luogo, perché è lì che inizia l’avventura e per tutta la sua durata il parallelismo tra tematiche e ambientazioni prova a raccontare gli stati d’animo attraverso i luoghi. Il buio più opprimente di una caverna, il breve sollievo di una foresta, poi un altro sprofondo, ancora più angosciante, prima dell’ultimo atto e di un finale che ovviamente non vi sveleremo.

Subito però ci si accorge che The Thin Silence non riesce ad avere un modo particolarmente elegante per raccontare la depressione e tutto quanto ne deriva. Il massimo che riesce a fare è chiamarla in causa in maniera estremamente diretta, p...